Insomma, lui non ci sarà. Niente Paolo Rossi al Festival di Sanremo. Zero. Ciccia. E niente risate in assoluto perché in scaletta non ci sono comici. A Sanremo stavolta non si ride. Si ascolta la musica. Magari si critica. Ma non si ride. Tuttal più si sorride perché comunque sono previsti gli arrivi di Christian De Sica, che non si misurerà certo in un monologo di Eschilo, e di Luca Laurenti che, accompagnando Paolo Bonolis nella prima serata, si porterà dietro anche un bel po della sua solita strampalata guasconeria. Però niente Paolo Rossi. La trattativa si è chiusa ieri sera senza essersi in realtà mai aperta. Anzi, come si dice in burocratese strettissimo, «si sono interrotti i contatti».
Per la cronaca, erano iniziati alcune settimane fa, dopo che era tramontata la possibilità che allAriston arrivasse Corrado Guzzanti, peraltro abbastanza inesperto per una situazione esplosiva come una serata del Festival di Sanremo. Comunque, sembrava che Paolo Rossi fosse luomo giusto al momento giusto. Tanto più che lui, politicamente assai schierato, pareva piuttosto disinteressato a lanciarsi nel prevedibile (dal pubblico) monologo a sfondo politico. «Oggi è più trasgressivo leggere una poesia invece che fare lennesima battuta sulla Carfagna», aveva detto qualche giorno fa allUniversità Statale di Milano. Quindi avrebbe potuto mettere in scena qualche passo del Mistero Buffo di Dario Fo, che debutterà ad aprile. O cantare. Oppure improvvisare stile avanspettacolo. Boh. Dunque, la Rai lo ha cercato, anzi rincorso. Era stata chiesta la disponibilità dellartista ed erano iniziati quei piccoli discorsi che di solito portano al contratto finale. Ma poi tutto si è fermato lì. Forse, ma sono tutte ipotesi, non si sono trovati punti daccordo sul piano artistico. Oppure chissà. In ogni caso, niente Paolo Rossi e ce ne faremo una ragione. Però, dopo la chiusura di questa trattativa, il copione è già scritto. Pronti, via, scatteranno i soliti dietrologi: ecco, è stato censurato, non lo vuole la Rai cattivona e schiava di Berlusconi, eccetera eccetera. Per zittirli subito, basta ricordare che lanno scorso al Festival cera Roberto Benigni, che non è noto per avere la tessera del Popolo della libertà e che difatti allAriston è andato a ruota libera senza farsi troppi problemi. Questanno zero: il Festival si fa serio. E di sicuro un po ci dovranno ragionar su anche i comici, intesi come categoria tutta, visto che dopo decenni di comparsate sanremesi, questanno non se ne parla neanche. Diciamo che il ramo si è un po rinsecchito, visto lantiberlusconismo costante e, alla fine, ripetitivo anzichenò. E dire che il comico ha sempre portato aria di polemica al Festival, quella polemica che è come il gasolio per i diesel: basta accenderla. E mica bisogna restare ai tempi di Giorgio Panariello, nel 2006, appena reduce dalle critiche della moglie del presidente Carlo Azeglio Ciampi. O di Ficarra e Picone, che nel 2007 portarono in scena uno sketch di rara bellezza.
Paolo Rossi resta a casa LAriston senza comici
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.