Il Papa: «Basta violenze contro i cristiani»

Benedetto XVI condanna il massacro. Salgono a 11 le vittime nella regione dell’Orissa

da Roma

«Condanno con fermezza ogni attacco alla vita umana». Benedetto XVI, al termine dell’udienza del mercoledì che si è svolta ieri in Vaticano, ha parlato delle violenze contro i cristiani che in questi giorni insanguinano l’Orissa dopo l’uccisione di un leader indù, invitando i capi religiosi e le autorità indiane a ristabilire una pacifica convivenza.
«Ho appreso con profonda tristezza - ha detto il Papa - le notizie circa le violenze contro le comunità cristiane nello Stato indiano dell’Orissa, scoppiate in seguito al deplorevole assassinio del leader indù Swami Lakshmananda Saraswati. Sono state finora uccise alcune persone e ne sono state ferite diverse altre. Si è avuta inoltre la distruzione di centri di culto, proprietà della Chiesa, e di abitazioni private».
«Mentre condanno con fermezza ogni attacco alla vita umana, la cui sacralità esige il rispetto di tutti - ha aggiunto il Pontefice - esprimo spirituale vicinanza e solidarietà ai fratelli e alle sorelle nella fede così duramente provati. Imploro il Signore che li accompagni e sostenga in questo tempo di sofferenza e dia loro la forza di continuare nel servizio d’amore in favore di tutti». «Invito i leader religiosi e le autorità civili - ha concluso Benedetto XVI - a lavorare insieme per ristabilire tra i membri delle varie comunità la convivenza pacifica e l’armonia che sono sempre state segno distintivo della società indiana».
La situazione continua ad essere preoccupante. La polizia indiana ha avuto l’ordine di sparare a vista sui rivoltosi, il numero delle vittime è salito a undici. Tre cadaveri sono stati trovati nella notte nel distretto rurale di Kandhamal, dove folle di indù hanno danneggiato oltre una dozzina di chiese assalendo cristiani nelle loro case e in un orfanotrofio.
Gli attacchi si stanno ora diffondendo ad altri distretti. Uomini armati continuano a incendiare e saccheggiare chiese, conventi, centri sociali cristiani, abitazioni di religiosi, ostelli e anche ospedali cattolici.
Ieri il vescovo di Bhubaneshwar, capitale dell’Orissa, è giunto a New Delhi dove oggi incontrerà il primo ministro indiano Sing. Al premier, monsignor Raphael Cheenath chiederà un «maggiore intervento del governo federale e locale per prevenire queste situazioni e conservare l’armonia».
Il cardinale Varkey Vithayathil, arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly dei Siro-malabaresi, ha annunciato per domani una giornata di chiusura di tutte le scuole cattoliche dell’India e per il 7 settembre una giornata di preghiera e digiuno in favore dei cristiani dell’Orissa, e ha anche invitato tutte le organizzazioni cattoliche a dar vita a «cortei pacifici in tutto il Paese per esprimere una forte protesta contro i reiterati attacchi dei fondamentalisti».

Mentre il cardinale Oswald Gracias, presidente dei vescovi indiani, ha detto all’agenzia AsiaNews: «Come è possibile che il governo non abbia previsto in tempo la situazione e preso tutte le misure per fermare questo caos ricorrente?».

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