Città del Vaticano - Molti hanno voluto scorgere nelle parole del Papa un riferimento a Eluana Englaro e alla recente sentenza della Cassazione. Ma il Pontefice ha fatto solo un discorso generale, soffermandosi sulla medicina e sulle cure da fare ai pazienti, specie quelli più deboli come i bambini, senza esagerare né in un senso né nell'altro. Cioè senza rifiutrare le cure ma nemmeno eccedere in forme di accanimento terapeutico. Sul "caso Eluana" anche se il Pontefice non si è espresso la linea della Chiesa è nota: non è ammissibile l'interruzione della vita.
Ricerca medica "La ricerca medica - ha detto Papa Benedetto XVI ai partecipanti alla XXIII Conferenza Internazionale promossa dal Pontificio consiglio per gli operatori sanitari - si trova talora di fronte a scelte difficili quando si tratta, ad esempio, di raggiungere un giusto equilibrio tra insistenza e desistenza terapeutica per assicurare quei trattamenti adeguati ai reali bisogni dei piccoli pazienti, senza cedere alla tentazione dello sperimentalismo. Non è superfluo ricordare che al centro di ogni intervento medico deve esserci sempre il conseguimento del vero bene del bambino, considerato nella sua dignità di soggetto umano con pieni diritti. Di lui pertanto occorre prendersi cura sempre con amore, per aiutarlo ad affrontare la sofferenza e la malattia, anche prima della nascita, nella misura adeguata alla sua situazione". Lo ha detto il (per la Pastorale della Salute).
I recenti progressi "Notevoli certamente sono stati - ha sottolineato il Pontefice - i progressi della medicina negli ultimi cinquant’anni: essi hanno portato a una considerevole riduzione della mortalità infantile, anche se resta ancora molto da fare in questa prospettiva. Basti ricordare che ogni anno muoiono 4 milioni di neonati con meno di 26 giorni di vita".
Serve generazione di politici cattolici Benedetto XVI ribadisce la necessità di una generazione di politici cattolici coerenti con la fede e al servizio del bene comune. Il Papa rilancia "l’urgenza della formazione evangelica e dell’accompagnamento pastorale di una nuova generazione di cattolici impegnati nella politica, che siano coerenti con la fede professata, che abbiano rigore morale, capacità di giudizio culturale, competenza professionale e passione di servizio per il bene comune".
La Chiesa riconosce il ruolo delle donne "L’uomo e la donna, uguali in dignità, sono chiamati ad arricchirsi vicendevolmente in comunione e collaborazione, non solo nel matrimonio e nella famiglia, ma anche nella società in tutte le sue dimensioni. Alle donne cristiane si richiedono consapevolezza e coraggio per affrontare compiti esigenti, per i quali tuttavia non manca loro il sostegno di una spiccata propensione alla santità, di una speciale acutezza nel discernimento delle correnti culturali del nostro tempo, e della particolare passione nella cura dell’umano che le caratterizza.
Mai si dirà abbastanza di quanto la Chiesa riconosca, apprezzi e valorizzi la partecipazione delle donne alla sua missione di servizio alla diffusione del Vangelo". Lo ha detto il Papa ricevendo questa mattina in udienza i partecipanti alla XXIII Assemblea plenaria del Pontificio consiglio per i Laici.
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