Le persone omosessuali vanno rispettate e «non devono essere discriminate», ma l’omosessualità rimane «qualcosa che è contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto» e non è nemmeno conciliabile con il sacerdozio. Lo dice Benedetto XVI nel libro-intervista Luce del mondo, scritto con il giornalista tedesco Peter Seewald (edito dalla Lev), che è stato presentato ieri mattina in Vaticano dall’arcivescovo Rino Fisichella e dal vaticanista Luigi Accattoli. Sabato scorso il Giornale ha pubblicato alcuni brani dai quali emergeva come il Papa viva il rapporto con i fedeli, domenica l’attenzione è stata tutta catturata dal tema del preservativo, dopo che L’Osservatore Romano, proprio nel giorno del concistoro, aveva scelto di anticipare tra gli altri anche uno stralcio sul condom riportato senza il necessario contesto. Oggi l’attenzione mediatica si è diretta su un altro passaggio del libro, dedicato all’omosessualità.
Seewald ha chiesto se nel Catechismo non vi sia contraddizione tra l’affermazione che i gay vanno accolti con rispetto e compassione, e l’affermazione che gli atti omosessuali sono «intrinsecamente disordinati». Benedetto XVI ha risposto: «No. Un conto è il fatto che sono persone con i loro problemi e le loro gioie, e alle quali, in quanto persone, è dovuto rispetto, persone che non devono essere discriminate perché presentano quelle tendenze. Il rispetto per la persona è assolutamente fondamentale e decisivo. E tuttavia il senso profondo della sessualità è un altro. Si potrebbe dire, volendosi esprimere in questi termini, che l’evoluzione ha generato la sessualità al fine della riproduzione. Questo vale anche dal punto di vista teologico. Il senso della sessualità è condurre l’uomo e la donna l’uno all’altra e con ciò assicurare all’umanità progenie, bambini, futuro».
«Tutto il resto - ha aggiunto il Papa - è contro il senso più profondo della sessualità. Ed a questo dobbiamo restare fedeli, anche se al nostro tempo non piace. Si tratta della profonda verità di ciò che la sessualità significa nella struttura dell’essere umano. Se qualcuno presenta delle tendenze omosessuali profondamente radicate... se in ogni caso queste tendenze hanno un certo potere su quella data persona, allora questa è per lui una grande prova, così come una persona può dovere sopportare altre prove. Ma non per questo l’omosessualità diviene moralmente giusta, bensì rimane qualcosa che è contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto».
Parole che rispecchiano quanto la Chiesa ha sempre insegnato e corrispondono a ciò che si legge nel Catechismo. Benedetto XVI ha risposto poi a una domanda sui sacerdoti. «L’omosessualità non è conciliabile con il ministero sacerdotale - ha detto - perché altrimenti anche il celibato come rinuncia non ha alcun senso. Sarebbe un grande pericolo se il celibato divenisse motivo per avviare al sacerdozio persone che in ogni caso non desiderano sposarsi, perché in fin dei conti anche il loro atteggiamento nei confronti di uomo e donna è in qualche modo alterato... La scelta dei candidati al sacerdozio deve perciò essere molto accurata. Bisogna usare molta attenzione affinché non si introduca una simile confusione ed alla fine il celibato dei preti non venga identificato con la tendenza all’omosessualità». Il chierico gay «dovrebbe almeno tentare di non esercitare attivamente quella inclinazione, per rimanere fedele al compito più intimo del proprio ufficio».
Le parole del Pontefice hanno provocato reazioni polemiche di associazioni ed esponenti del mondo omosessuale e radicale. Ancora una volta, a stupire sono le reazioni, non le parole di Ratzinger, che non ha fatto altro che riproporre da una parte l’attenzione sempre dovuta alla persona, che non va mai discriminata, dall’altra le parole della Scrittura e della tradizione della Chiesa.
Nel corso della conferenza stampa, il
portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha detto che la nota di domenica che contestualizzava la risposta sul preservativo dopo l’anticipazione de L’Osservatore di sabato era stata voluta e rivista personalmente da Ratzinger.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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