nostro inviato a New York
Il nazismo è stato «un mostro» che ha rovinato l’adolescenza di Papa Ratzinger. Un mostro che è stato sconfitto, anche se il potere del male, il «potere distruttivo» rimane e si presenta sotto le nuove forme della droga, del razzismo, della violenza, della degradazione, del «progetto nascosto» di chi vuole manipolare e strumentalizzare la libertà dell’uomo.
La penultima giornata della visita negli usa è tutta dedicata all’incontro con la Chiesa locale. Nel pomeriggio, quando in Italia era già notte, Benedetto XVI ha parlato ai giovani e ai seminaristi nel seminario di St. Joseph. Dopo aver ricevuto in dono pane, riso e mais, come simbolo della ricchezza delle diverse tradizioni, un coro di giovani ciellini ha intonato canti di auguri. Il Papa li ha esortati a testimoniare il Vangelo «nei sobborghi inquieti al margine delle grandi città» e parlando delle difficoltà della vita ha citato la sua giovinezza e il nazismo: «I miei anni da teenager sono stati rovinati da un regime infausto che pensava di possedere tutte le risposte; il suo influsso crebbe, penetrando nelle scuole e negli organismi civili come anche nella politica e addirittura nella religione, prima di essere pienamente riconosciuto per quel mostro che era. Esso - ha ricordato Ratzinger - mise Dio al bando, e così diventò inaccessibile per tutto ciò che era vero e buono. Molti dei vostri nonni vi avranno raccontato l’orrore della distruzione che seguì. Alcuni di loro, infatti vennero in America proprio per sfuggire a tale orrore».
Il Papa ha ringraziato Dio per le libertà che «la vostra generazione» è in grado di godere, «grazie alla diffusione della democrazia e del rispetto per i diritti umani», ma ha ammonito: «Il potere distruttivo, tuttavia rimane. Sostenere il contrario significherebbe ingannare se stessi». Certo, il male «è stato sconfitto» con la morte e resurrezione di Gesù, le «tenebre» però restano. Benedetto XVI ha quindi spiegato che cosa siano oggi le tenebre, parlando dei sogni «frantumati e distrutti» dei giovani, di coloro che «sono colpiti dall’abuso della droga», dalla «mancanza di una casa e dalla povertà, dal razzismo, dalla violenza e dalla degradazione», che colpisce in particolare «ragazze e donne». Le cause di certe situazioni «sono complesse», ma riconducibili a un unico «atteggiamento mentale avvelenato» che considera le persone come «meri oggetti». Un altro esempio negativo, meno avvertito, riguarda «la manipolazione della verità» che «distorce la nostra percezione della realtà»: la libertà, ha spiegato il Papa, va salvaguardata, ma «è un valore delicato», può essere «usata male» e condurre «a un vero scenario buio di manipolazione, nel quale la nostra comprensione di noi stessi e del mondo si fa confusa o viene addirittura distorta da quanti hanno un loro progetto nascosto». La libertà senza riferimento alla verità della persona umana porta al relativismo. E la verità, conclude «non è un’imposizione» né «un insieme di regole» ma la scoperta di una persona che «non ci tradisce mai», la persona di Gesù.
La mattina, Benedetto XVI aveva celebrato messa nella cattedrale di St. Patrick, nel cuore di Manhattan, per i sacerdoti e i religiosi. Accolto sul sagrato dal sindaco Michael Bloomberg, Ratzinger è stato salutato da applausi e da una «standing ovation» con urla da stadio. Nell’omelia ha ribadito che la Chiesa deve «proclamare il dono della vita», proteggere la vita e «promuovere una cultura della vita». Al termine, il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone ha fatto gli auguri al pontefice nel terzo anniversario dell’elezione. Benedetto, improvvisando, ha ringraziato parlando di se stesso come «povero» successore di Pietro: «Posso solo rendervi grazie per l’amore che date anche al povero successore di Pietro. Io farò tutto il possibile per essere un vero successore del grande san Pietro che era anche un uomo con i suoi difetti e alcuni peccati, ma alla fine rimase la roccia della Chiesa e così anch’io, con tutta la mia povertà spirituale possa essere con la grazia di Dio in questi tempi il successore di Pietro». Parole che riecheggiano gli appunti di Paolo VI sulla propria «inadeguatezza» al compito ricevuto, o l’espressione di Papa Luciani che davanti ai cardinali definì se stesso «povero cristo vicario di Cristo»
In un messaggio alla radio satellitare dei cattolici newyorkesi, sempre improvvisando, Benedetto ha aggiunto: «Ero venuto qui per confermarmi nella fede, siete stati voi a confermare me». Nonostante le misure di sicurezza, molta gente ha atteso il Papa lungo le strade.
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