RomaLattuale crisi economica mondiale è stata originata dalla «cupidigia». È la cupidigia a insinuarci «che avere sarebbe il sommo valore del nostro essere, del nostro vivere nel mondo apparendo come importanti». Lo ha detto ieri il Papa, durante ludienza del mercoledì, illustrando la figura del monaco santAmbrogio Autperto. Proprio la crisi che ha messo in ginocchio le economie di tutto il mondo è al centro di un paragrafo cruciale della nuova enciclica di Benedetto XVI, Caritas in veritate, dedicata ai temi sociali e alla globalizzazione, la cui uscita continua ad essere ritardata: al momento si prevede per il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo.
Per discutere la trattazione della crisi nella nuova enciclica - la terza del suo pontificato - Papa Ratzinger ha convocato sabato scorso a Castelgandolfo quattro cardinali per un mini-summit del quale non è stata data notizia, durato oltre unora. Vi hanno partecipato il presidente della Cei Angelo Bagnasco, il suo predecessore Camillo Ruini, il patriarca di Venezia Angelo Scola e larcivescovo di Vienna Christoph Schönborn, giunti un po alla spicciolata senza farsi notare nel palazzo delle vacanze papali. Si tratta di porporati legati da un particolare rapporto di fiducia con il Pontefice, che ancora domenica scorsa ha ribadito di non sentirsi solo e che in effetti lavora consultando i collaboratori più di quanto appaia.
Benedetto XVI vuole che lenciclica e soprattutto il paragrafo dedicato alla crisi, non sia vago, non ripeta slogan generici, ma approfondisca il tema con un contributo originale a partire dallo sguardo della fede. Per questo, confermano al Giornale autorevoli fonti vaticane, ha voluto che i passaggi dedicati alla crisi fossero «ristrutturati» e interamente riformulati. Un lavoro piuttosto laborioso, che ha visto coinvolti non soltanto il Pontificio consiglio per la Giustizia e la pace guidato dal cardinale Renato Raffaele Martino e dal vescovo Gianpaolo Crepaldi, o vescovi come il secondo successore di Ratzinger a Monaco di Baviera, monsignor Reinhard Marx, esperto di dottrina sociale, ma si è avvalso anche della consulenza di economisti come Stefano Zamagni o esperti di etica e finanza, come Ettore Gotti Tedeschi, editorialista dellOsservatore Romano sui temi economici e finanziari.
Lenciclica sociale, doveva essere pubblicata in occasione dei quarantanni della Populorum progressio di Paolo VI (1967) e il Papa ci lavora dallestate 2007. Il progetto iniziale prevedeva luscita per marzo 2008, poi il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone disse che sarebbe slittata a ridosso dellestate. Si parlò quindi di dicembre, poi allinizio di gennaio si dava per certa luscita il 19 marzo scorso e infine il prossimo 1° maggio. Ora si prevede per la fine di giugno, ma vista lattenzione e la cura che viene messa nella redazione di un documento così atteso, non si possono escludere del tutto ulteriori slittamenti.
Nel documento saranno rievocate la Populorum progressio di Papa Montini e la Centesimus annus di Giovanni Paolo II (1991). E saranno affrontati i problemi sociali che attanagliano oggi lumanità (globalizzazione, accesso alle risorse, tutela dellambiente), seguendo la dottrina sociale e dunque ancorando la giustizia, la solidarietà e la possibilità di cambiamento non soltanto alle leggi pubbliche e alle strutture, ma alla vita delle persone a partire dal loro impegno diretto. Il Papa ritiene infatti che «la Chiesa ha sempre bisogno di persone che sappiano compiere grandi rinunce, e di comunità che creino i presupposti della giustizia sociale».
La nuova enciclica, tutta incentrata sulle due parole «verità» e «carità», rappresenta la prosecuzione della prima lettera di Benedetto XVI, Deus caritas est e il termine «giustizia» vi ricorrerà una cinquantina di volte: limpegno per la giustizia può infatti diventare «testimonianza della carità». Centrale è poi il concetto di «solidarietà globale», per mettere i poveri al primo posto e ridare loro speranza.
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