Il Papa: "La scienza non può fare tutto da sola"

Nel giorno dell'Epifania Benedetto XVI sottolinea che la fede è donata "a chi torna bambino nel cuore". Poi, riferendosi alla sapienza dei re magi, sottolinea che la scienza da sola non basta a comprendere la realtà

Il Papa: "La scienza non può fare tutto da sola"

Città del Vaticano - "La fede è donata a chi torna bambino. La presunzione di avere già formulato un giudizio definitivo sulle cose rende chiusi ed insensibili". È questo il messaggio che Benedetto XVI ha voluto rivolgere nel giorno dell’Epifania, con un’omelia che non ha nascosto elementi di preoccupazione riguardo al mondo di oggi, dove si ripete quel che accadde duemila anni fa in Palestina: "Erode sembra sempre essere più forte e quel bambino sembra poter essere ricacciato tra coloro che non hanno importanza, o addirittura calpestato". "Perché alcuni credono e altri no?", si è chiesto il Pontefice. "Manca - ha osservato nella messa celebrata in San Pietro - la capacità evangelica di essere bambini nel cuore, di stupirsi, e di uscire da sé per incamminarsi sulla strada che indica la stella, la strada di Dio".

Il presepe non è un gioco "Quello che nel presepio cerchiamo di riprodurre - ha aggiunto - non è un sogno e neppure un vano gioco di sensazioni e di emozioni, prive di vigore e di realtà, ma è la Verità che s’irradia nel mondo". Eppure, ha osservato, anche il presepe come lo facciamo oggi testimonia che siamo "attratti" dalle apparenze: vi appaiono infatti "i cammelli, i dromedari, i re potenti di questo mondo che si inginocchiano davanti al bambino e depongono ai suoi piedi i loro doni in scrigni preziosi". Si rischia così di perdere "la realtà stupenda che Dio ci conosce e ci è vicino, che la sua grandezza e potenza non si esprimono nella logica del mondo, ma nella logica di un bambino inerme, la cui forza è solo quella dell’amore che si affida a noi".

La scienza non può fare da sola Il Pontefice ribadisce un concetto già espresso molte volte: la scienza da sola non basta a comprendere la realtà, che può essere letta solo attraverso una unità tra "intelligenza e fede, scienza e

rivelazione": "le due luci che guidarono il cammino dei Magi", "sapienti" ma aperti al mistero di Dio. Il Papa riafferma dunque la necessità di una scienza non "autosufficiente", aperta "ad ulteriori rivelazioni ed appelli divini".

 

 

 

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