Gian Piero Scevola
La quiete dopo la tempesta non arriva proprio, anzi, tracima. Il giorno dopo la sconfitta con la Juventus e il definitivo addio alle speranze di rimettere in discussione il tanto sospirato scudetto, in casa Inter raccolgono i cocci e si leccano le ferite. Con la polemica che cova dietro langolo, come sempre accade tra i nerazzurri nellera Moratti quando il traguardo finale risulta irraggiungibile. E, soprattutto, quando cè di mezzo la Juventus e Luciano Moggi. A rinfocolarla è Luis Figo che subito dopo la partita aveva dichiarato: «È vergognoso quello che sta succedendo qui, dobbiamo andare tutti in vacanza. Quanto a Moggi, lui parla per tutti». E ieri Figo ha rincarato la dose: «Ma cosa ci faceva Moggi nello spogliatoio dellarbitro prima della partita?», forse dimenticando che un attimo prima vi era stato anche Giacinto Facchetti, per un saluto di cortesia nei confronti dellarbitro. Insomma, i veleni tra Inter e Juve sembrano non finire mai. Intanto larrabbiatura per il presunto intervento di Cordoba (che è un fallo vero) su Nedved, da tanti ormai riconosciuto come un cascatore vero, degno erede del chiarugismo dei tempi andati. La punizione, che cè, non giustifica il comportamento di Roberto Mancini che, a fine gara, si è arrabbiato con larbitro Paparesta. Unarrabbiatura controllata, però, senza che nei confronti del fischietto barese venissero usate espressioni offensive od oltraggiose, insomma, quello che il giudice sportivo giudicherebbe solo come comportamento irriguardoso e che potrebbe portare alla squalifica per un turno del tecnico jesino. Anche perché Mancini, vedi le due giornate di squalifica dopo Inter-Roma per le ingiurie a Rosetti, è recidivo e questa è unaggravante.
A salvarlo però ci ha pensato lo stesso Paparesta. «Abbiamo chiarito tutto», si è lasciato scappare nel dopo partita e anche il rapporto inviato al giudice Laudi fa solo riferimento a un acceso ma educato scambio di battute tra i due. E la squalifica potrebbe anche trasformarsi in una diffida con una salata ammenda. Non subirà multe invece Mancini per la sostituzione dellinfortunato Veron (nessuna lesione ossea e confermata distorsione alla caviglia che lo terrà fuori per almeno due settimane). A un regista che esce, logica dice che dovrebbe subentrare un altro regista: Pizarro, naturale sostituto dellargentino, costato 10 milioni e preso dallUdinese proprio per guidare il centrocampo nerazzurro. Mancini invece sinventa uno Stankovic in mezzo al campo e Kily sulla sinistra: stranezze di un tecnico che sembra avere le idee poco chiare o che, nel momento del bisogno, non si dimostra particolarmente lucido nei cambi.
«Sul gol di Ibra cè stata disattenzione in difesa, ma sull1-1 ho pensato di poter vincere. Comunque la gara è stata equilibrata e di tutto cambierei solo il risultato», afferma Mancini.
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