Pappano cala gli assi per il suo «Don Giovanni»

Un cast prestigioso per l’esecuzione sinfonica del celebre «dramma giocoso» musicato da Mozart sul libretto di Da Ponte

Pietro Acquafredda

Quello che si ascolterà da domani (repliche il 15 e 17) all’Auditorium Parco della Musica, per la stagione sinfonica di Santa Cecilia, con Antonio Pappano sul podio e un cast di internazionale rinomanza, sarà probabilmente il più bel Don Giovanni di queste celebrazioni mozartiane, seppure in forma di concerto. Più bello, certamente, sotto il profilo musicale di quello ascoltato a gennaio all’Opera d Roma, pur orfano dello spettacolo, in quell’occasione firmato da Zeffirelli, veramente superbo e sempre efficace a dispetto degli anni, proveniente dal Metropolitan di New York.
Pappano, che nella sua lunga carriera di direttore d’opera ha diretto numerosi titoli, al Don Giovanni, prima d'ora, sì è accostato una sola volta: a Londra, nel 2003, nel «suo» Covent Garden, da dove importa l’interprete protagonista, Gerald Finley (Don Giovanni).
Don Giovanni è senz’altro il titolo mozartiano con cui sente maggior sintonia, escludendo le Nozze di Figaro che ha già diretto due volte, a Bruxelles e a Londra. La ragione va ricercata nella sua naturale vocazione al «drammatico», che nel singolare «dramma giocoso» di Mozart-Da Ponte alimenta istante dopo istante la vicenda, e incombe sugli eventi e sul protagonista, anche nei momenti in cui l’atmosfera appare evidentemente leggera e giocosa. Dagli accordi iniziali dell’ouverture, dal loro inquietante spessore, si comprenderà il peso che il direttore Pappano intende dare all’elemento drammatico dell’opera; ma poi bisognerà seguirlo da cima a fondo il capolavoro mozartiano, ricco di situazioni contrapposte, fino al suo tragico epilogo, dove alla tremarella del povero Leporello corrisponde la voce stentorea della statua del Commendatore, una voce che condanna definitivamente il dissoluto, e più ancora l’uomo che ha voluto sfidare le leggi umane e divine, che ha difeso la sua libertà più che la sua vita, e che l’inquietudine umana ha spinto all’insoddisfazione perenne che, solo per facilitarne la comprensione e l'identificazione, si esprime talvolta attraverso l'insoddisfazione amorosa, erotica che va letta come una sorta di «divertimento» che di tanto in tanto Don Giovanni si concede a fronte di una vita sempre insoddisfatta e continuamente in bilico fra osservanza e trasgressione.
Pappano ha senso del teatro e conoscenza delle voci come pochi altri e il suo Don Giovanni che vanta un cast superlativo, dove spiccano le belle voci femminili italiane (Carmela Remigio, Monica Bacelli, Patrizia Biccirè, rispettivamente Donna Anna, Donna Elvira e Zerlina) e il Leporello di Ildebrando D’Arcangelo, sarà sicuramente memorabile.

Memorabile anche più di quello che il prossimo ottobre alla Scala avrà il giovanissimo Gustavo Dudamel sul podio. Da non mancare.
Auditorium. Sala Santa Cecilia. Mozart: Don Giovanni, direttore Antonio Pappano. Domani (ore 18), lunedì 15 (ore 20), mercoledì 17 (ore 19.30). Biglietti da 16 a 41 euro. Info: 06-8082058.

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