Confesso dessere stupito dello stupore indignato dei cattolici davanti al disegno di legge del governo sulle coppie di fatto. Sui grandi temi etici la compagnia di Prodi (nel senso di compagni), sia pure nei pelosi distinguo di tanti «sacrestani», non aveva creato alcuna illusione. Era evidente già prima delle elezioni che su molti punti fondamentali la distanza tra il progetto politico della sinistracentro e la visione evangelica (non cattolica o di Ruini!) era incolmabile. Stupirsi oggi è davvero da ingenui. Ai cattolici che hanno scelto questo governo e che sono tentati dalla disillusione, verrebbe da dire: avete voluto la bicicletta? Adesso pedalate!
Ovviamente le mie sono considerazioni retoriche. Più importante sarebbe chiedersi se quella parte del mondo cattolico composta da vescovi, preti e laici che a suo tempo si sono consegnati a Prodi con la passione dei devoti avverte il disagio di una contraddizione o se invece considera le scelte prodiane come il frutto maturo di una politica finalmente emancipata dalla chiesa. Una curiosità importante perché, in questultimo caso, vorrebbe dire che cè una frangia di cattolici convinti di abitare nella casa dellarroganza, da cui si dissociano sposando tesi e progetti anticlericali. Lo vorremmo chiedere anche a Rosy Bindi che sembra voler insegnare al Padreterno a fare il proprio mestiere dicendo che «ama pensare una chiesa che si interessa delle cose di Dio». Insomma una chiesa tutta altare e aspersorio, smentendo un certo Gesù, che si interessava delle cose del Padre, liberando luomo dalla sofferenza fisica e dalle tenebre dellassenza di verità.
La riflessione non è provocatoria. In realtà essa ci porta davanti a molte domande. A cominciare dal tema dellunità della chiesa, cartina al tornasole della credibilità dei cristiani.
A nessuno sfugge il contrasto tra le tante energie profuse per il dialogo con le altre religioni e confessioni cristiane, al quale non fa da contraltare unaltrettanto generosa ricerca di comunione interna sui grandi temi che stanno a fondamento della convivenza umana. Che senso può avere lapologia della misericordia di Dio se poi viene smentita nei rapporti dove lobbedienza ideologica sembra prevaricare quella evangelica? Come ricordava acutamente il vescovo Maggiolini, che destino può avere una chiesa che pone il dialogare prima del credere? Ciò che sta avvenendo nel mondo cattolico è, in realtà, speculare a ciò che capita nella società: una crisi di con-senso, cioè allincapacità di guardare nella stessa direzione, che produce inevitabilmente lo stile del dis-senso.
Ritrovare unità su ciò che è fondamentale e non negoziabile, come il bene della famiglia, non segna solo i destini della società, ma anche quelli della chiesa stessa.
brunofasani@yahoo.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.