Cronache

Il parcheggio in strada finisce in Procura

Il parcheggio in strada finisce in Procura

Il blitz estivo del Comune rischia di finire subito in procura. I parcheggi a pagamento comparsi improvvisamente su una corsia del lungomare di corso Italia, dimezzando lo spazio per il transito delle auto, hanno fatto infuriare i residenti. Il traffico è subito impazzito, ma soprattutto a preoccupare è la situazione di assoluta insicurezza per i pedoni che si è venuta a creare. La discesa dei passeggeri dalle auto è di fatto posta sull’unica corsia rimasta accessibile al transito, con ovvio rischio di investimenti, specie nelle zone in semicurva «nascoste» da altre auto e dalla vegetazione. Per questo un gruppo di cittadini sta organizzando una raccolta di firme in calce a un esposto che verrà presentato nei prossimi giorni alle autorità competenti.
La scelta di occupare con posteggi a pagamento una delle due corsie del lungomare ha dunque ingenerato anche reazioni formali da parte dei residenti. Uno dei punti forti delle azioni pensate contro l’idea del Comune è certamente quello che anche il codice della strada vieta di realizzare spazi per la sosta sulla carreggiata. Già nel resto della città esistono molte zone in cui le strisce blu occupano parte del manto stradale e parte del marciapiede, ma questa volta l’amministrazione comunale ha davvero passato il segno. Tra l’altro cadendo in una contraddizione clamorosa. La «scusa» accampata per realizzare i parcheggi estivi a pagamento è stata quella di favorire gli stabilimenti balneari nel momento di massimo afflusso.

Ma se dunque questo è un momento di «massimo afflusso» non ha senso dimezzare lo spazio per il traffico, perché gli ingorghi sarebbero inevitabili.

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