A Parigi trionfa Nadal Marziano della terra

Lo spagnolo trionfa al Roland Garros per la quarta volta di fila. Concede solo 4 giochi a Federer e chiude la finale in meno di due ore. In tutto il torneo non ha mai perso un set

A Parigi trionfa Nadal  
Marziano della terra

Parigi - Le grandi attese portano spesso alle grandi delusioni! Per celebrare gli 80 anni dello «Stade de Roland Garros» costruito in nome delle gesta dei quattro moschettieri: Lacoste, Cochet, Borotra, Brugnon, gli organizzatori degli Internazionali di Francia avevano curato ogni dettaglio e il torneo li aveva ricompensati con la prospettiva di una finale da sogno: la sfida che non ha mai deluso, quella che vedeva in campo il n.1 e il n.2 del mondo. La battaglia tra Roger Federer e Rafael Nadal. Un ora prima dell’inizio della finale, un documentario sulla storia del più celebre campionato disputato sulla terra rossa aveva fatto rivivere ai telespettatori di Antenne 2 il suo glorioso passato.

Partendo dal lontano 1925, quando in finale Lacoste battè Borotra, la gente ha visto scorrere immagini e filmati in bianco e nero che dopo la seconda guerra mondiale si sono colorati per immortalare tante straordinarie imprese di indimenticabili campioni. Sono certa che guardando in tv Fred Perry e il Barone Von Cramm, vestiti con i lunghi pantaloni bianchi e le camicie di cotone dalle maniche rimboccate, qualche giovane irriverente avrà sorriso! Messi a confronto con la dinamicità del tennis moderno gli antichi campioni, persino ai miei occhi, avevano l’aspetto di gentiluomini troppo pacati. Poi su un tappeto rosso steso sul centrale hanno fatto il loro ingresso i sopravvissuti della storia del tennis. Cominciando da Budge Patty vincitore nel 1950 siamo passati a Pietrangeli, Santana, Noah (tanto per citarne alcuni) per arrivare a Bjorn Borg detentore del record in campo maschile con 6 singolari vinti. Quattro conquistati di fila, interrotti solo dalla famosa sconfitta subita per mano di Panatta nel 1976. Completata la cerimonia, la «Patruille de France» ha sfrecciato sopra lo Stadio disegnando nel cielo i colori della bandiera francese.

Ma cosa aspetta a parlarci della finale? Si chiederà il lettore. Ecco: Roger Federer entra in campo elegantissimo nel suo completo blu navy con il collettino bianco e le iniziali sulle scarpe. Nadal con il solito look aggressivo da pirata. I telecronisti di ben 200 canali collegati hanno elencato: peso, altezza, età e risultati della stagione dei due campioni, ricordando che Federer vantava una sola vittoria sulla terra battuta su 9 confronti diretti con Nadal. Poi, finalmente la finale è cominciata. Ed è finita subito.

Roger ha perso il servizio. Nel game successivo Nadal ha salvato due palle break. Sullo 0-2 Federer ha recuperato da 0-40 per conquistare il suo primo game 1-2. A quel punto la luce si è spenta in maniera imbarazzante. Negli ultimi 4 giochi del primo set lo svizzero ha racimolato 2 quindici. La seconda partita ha visto Federer raccattare 1 punticino nei primi due game, poi è arrivata quella che i giornalisti sportivi definiscono «l’impennata d’orgoglio». Il numero uno del mondo si è svegliato. Ha fatto l’unico controbreak riequilibrando lo score 3-3 ed ha avuto la sola ed ultima chance di fuga. Il set si è concluso: 6-3. Del terzo set non c’è nulla da raccontare se non il pallore del volto smarrito del più sublime tennista che ci ha regalato il tennis negli ultimi anni. Dentro di me ho pensato che devo trovare al più presto un dottore per chiedergli quali possono essere le conseguenze della mononucleosi, che all’inizio dell’anno ha colpito Federer. La conclusione del match per 6-0 è arrivata come una liberazione per i 15.000 spettori.

Dopo l’ultimo quindici Nadal ha alzato le braccia al cielo con l’unico gesto timido che il pubblico francese gli ha visto fare dal suo primo giorno a Roland Garros. Per Federer è stata una caduta drammatica. Ho cercato di ricordare eventi altrettanto imbarazzanti nel passato e mi è venuta in mente Natasha Zvereva battuta 6-0,6-0 da Steffi Graf nel 1988 poi Ivan Lendl sconvolto da Chang, che in preda ai crampi nel 1989, gli servì da sotto facendolo sbagliare.

Difficile trarre delle conclusioni logiche. Una cosa è certa: Nadal che ha massacrato tutti a Roland Garros sulla terra è sicuramente il più bravo. L’augurio è che Federer riesca a cancellare le sue incertezze prima che incidano sull’erba che ama.

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