Sarà una lunga serata in Aula a Montecitorio dove sono in corso le dichiarazioni di voto sulla fiducia alla manovra, ottenuta con 219 sì e 125 no. Dopo il voto, la seduta, come stabilito dalla conferenza dei capigruppo, andrà avanti a oltranza in notturna per l'illustrazione e il voto sugli ordini del giorno. Il voto finale è però previsto per domani.
Presenti, tra gli altri, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, il vicepremier Antonio Tajani e il viceministro Maurizio Leo. "La Lega chiede di ridurlo ulteriormente, vedremo durante il 2026", ha dichiarato Giorgetti ai giornalisti prima di entrare in Aula per l'esame della manovra, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano della richiesta della Lega, attraverso un ordine del giorno, di sospendere l'aumento dell'età pensionabile previsto dalla manovra. Il ministro ha comunque voluto sottolineare che "una cosa forse non si è capita, noi siamo intervenuti per ridurre l'aumento, perché automaticamente aumentava di tre mesi dal 2027. L'abbiamo ridotto, abbiamo dovuto coprirlo con più di un miliardo". Più in generale, sull'odg, Giorgetti si è detto "favorevole chiaramente, come ogni ordine del giorno che si rispetti".
Contro il governo si è espresso Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde, secondo il quale "con questa fiducia il governo Meloni ha commissariato il Parlamento. Dopo due mesi di litigi interni, culminati nel commissariamento del ministro Giorgetti da parte della Lega, la manovra viene imposta in poche ore: è uno schiaffo alla democrazia parlamentare". Di diverso tenore l'intervento di Roberto Pella, capogruppo di Forza Italia in commissione Bilancio alla Camera e relatore della manovra, secondo il quale "questa manovra, con ogni probabilità, consentirà all'Italia di chiudere in anticipo la procedura di infrazione per deficit eccessivo e aprire una fase nuova per il nostro Paese. Durante l'approvazione in Senato, il gruppo di Forza Italia ha offerto un importante contributo con emendamenti volti a porre al centro il cittadino, le imprese e gli enti locali e regionali".
Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d'Italia, nel corso delle dichiarazioni sulla fiducia alla manovra, ha citato Ennio Flaiano: "Colleghi deputati, rappresentanti del governo, compagne a causa del cattivo tempo la rivoluzione è rinviata a data da destinarsi". Qualche brusio ha accompagnato la sua dichiarazione, nella quale ha sottolineato che "troppe nuvole e scrosci, a iniziare dalla maldestra strumentalizzazione della causa palestinese con buona pace della causa di Hamas. Piccoli equivoci senza importanza, li definirebbe lo scrittore Alfredo Todisco: solo in Italia la sinistra si è spinta così avanti, solo qui le manifestazioni Propal sono degenerate in scontri di piazza, un'elezione regionale si è tramutata in un a assemblea delle Nazioni Unite". In questi giorni, ha aggiunto, "ho sentito ragionamenti surreali" ma "ecco i dati che non tradiscono mai", ha proseguito snocciolando i dati dell'occupazione e ricordando fra gli altri quelli sulle risorse per la sanità: "Così finiscono le frottole". Quindi, ha concluso: "Abbiamo fatto stare insieme tenuta dei conti e crescita, con due guerre distanti da noi solo mille chilometri. La lista sarebbe lunga. Mi fermo qui. Non prima di aver citato una simpatica scena del film La Terrazza di Ettore Scola. Vittorio Gasmann in una festa radical chic interpretava la parte di un deputato della sinistra. Si rivolgeva a una ribelle Stefania Sandrelli, scambiata per fascista (in realtà era una gruppettara ante litteram) domandandole con un sarcasmo che con educazione e ironia indirizzo all'opposizione: A che ora è la rivoluzione? E come bisogna venire? Già mangiati?".