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Parma, dopo la festa arrivano i salvatori

Bondi chiede 30 milioni. Comune e Provincia guidano una cordata di imprenditori

Franco Ordine

E alla fine chiamò il ministro Lunardi per far riaprire l’autostrada. Potenza del calcio e di un serpentone composto da diecimila tifosi del Parma partiti in pellegrinaggio per Bologna e a notte fonda di ritorno a casa, con le bandiere al vento e il cuore nello zucchero. Con l’austostrada Bologna-Milano, chiusa dalle ore 22 di sabato alle 6 del mattino dopo nel tratto da Modena a Reggio Emilia, c’è stato bisogno dell’intervento personale del ministro alle Infrastrutture Pietro Lunardi, parmigiano anche lui, per evitare una odissea nella notte. Una telefonata alla società autostrada e il blocco è stato posticipato alle ore 1.30, in tempo per consentire ai diecimila di tornare a Parma e di invadere strade e piazze della città. All’imbocco del casello, come ai vecchi tempi del Borgorosso football club, il Parma calcio, salvo ed euforico, ha trovato una staffetta inattesa. Il sindaco della città e il presidente della provincia hanno reso omaggio all’impresa dei giovanotti di Carmignani con abbracci e pacche sulle spalle. Hanno anche promesso all’amministratore delegato Baraldi e allo staff tecnico della squadra una rapida trattativa per trasferire l’azionariato dalla Parmalat a una cordata di imprenditori locali. Il gol di Cardone e la sponda magica di Gilardino non hanno solo fatto sprofondare Bologna in B, hanno garantito anche il futuro del Parma calcio, valutato da Bondi, commissario del gruppo di Collecchio, una cifra troppo alta, 30 milioni di euro tutto compreso. La cordata messa insieme da sindaco e amministrazione provinciale ha raggiunto quota 12 milioni di euro: a 15 milioni si può chiudere la trattativa.
Con una sorpresa che sa di clamoroso. Già perchè la Parmalat, avendo toccato con mano il grande appeal del calcio, ha contestualmente preparato progetti industriali per restare nel Parma in qualità di sponsor. Di recente le due partite di spareggio sono state infatti scandite da un impegno visivo dell’azienda di Collecchio che non è passato inosservato. Non solo ma l’avvocato Angiolini, il presidente scelto da Bondi, sabato sera s’è sciolto in un pianto liberatorio. Manager tutto d’un pezzo, abituato a intervenire con l’accetta nelle aziende da risanare, Angiolini s’è lasciato, col tempo, ingoiare dalla popolarità del calcio e dai suoi meccanismi. È diventato un tifoso a tutti gli effetti e sabato notte, di ritorno da Bologna con la salvezza in pugno, ha garantito alla squadra un sostanzioso premio salvezza. Che per le condizioni economiche e contabili della Parmalat è più di una notizia. A questo punto il secondo consecutivo salvataggio del club che fu della famiglia Tanzi, è pronto in ogni dettaglio. A cominciare dalla scelta di confermare l’uomo che ha guidato in salvo la scialuppa dei naufraghi, Pietro Carmignani detto Gedeone. Baraldi l’ha ripetuto pubblicamente, solo Cinquini, il ds, rema controcorrente per chissà quali oscuri motivi. Con Carmignani, possono restare tutti gli altri, da Zoratto, il prezioso vice che ha dato prova di affidabilità sabato sera in panchina, fino a Minotti, Apolloni e al preparatore Pincolini.
Da sciogliere il nodo Gilardino. Bondi ha letto sui giornali di cifre astronomiche offerte dal Chelsea e si è ingolosito. Ma tutto porta al Milan. Anche la necesità di ottenere da via Turati un paio di puntelli per il prossimo torneo. Carmignani ha fatto due nomi ad Ariedo Braida: il centrocampista Dalla Bona (reduce dal prestito con il Lecce) e il centravanti Borriello (di ritorno dalla Reggina). Serviranno a rendere meno impegnativa la cifra che il Milan deve versare per ritirare il centravanti che ha messo la sua firma sulla salvezza.

«Dopo quel gol sarà bello tornare a Parma anche da avversario» è la sua frase d’addio alla città del suo lancio.

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