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Le città si riconoscono al passo, come gli uomini
come tutte le metropoli era costituita da irregolarità, avvicendamenti, precipitazioni, intermittenze, collisioni di cose e di eventi, e, frammezzo, punti di silenzio abissali
». Sono parole tratte dal capolavoro letterario «L'uomo senza qualità» di Robert Musil. Caro Mass e care Redattrici e Redattori tutti, delle pagine liguri, gli auguri più affettuosi per il vostro 35º compleanno. Un giovane compleanno, che mostra tutte le qualità per andare OLTRE. Vi ho rammentato le parole di Musil, perché per me rappresentano la summa della filosofia giornalistica.
Sostiamo insieme col pensiero. Le città (e Genova) che si riconoscono al passo, come gli uomini. Ebbene, diciamolo con commozione: le parole dello scrittore divengono la sintesi estrema e toccante del cuore delle città. E per il giornalista, per colui che ha scelto tale edificante lavoro e mestiere per amore (ricordate? La parola scritta è scavo, come quello di un aratore) il cuore delle città, cioè degli individui, dei cittadini e degli animali, deve tradursi in parole scritte, che vanno a disegnare pagine bianche, mostrandone le passioni, le devianze, le aspirazioni e le mediocrità.
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Come tutte le metropoli era costituita da irregolarità
». Irregolarità personali e collettive, irregolarità architettoniche e dunque come struttura portante monca. Irregolarità come uscita dalle regole, regole come rapporti istituzionali. «
Come tutte le metropoli era costituita
da avvicendamenti
». Avvicendamenti riferiti alla cessazione generazionale e alla sua sostituzione? Immediatamente viene esaltato il concetto di vita come perifrasi mortale e in grado d'evidenziarne l'unicità e lo splendore. E dunque, in termini giornalistici, il rispetto, la delicatezza, la partecipazione emotiva nel trascriverla. Avvicendamenti in termini politici, contrassegnati con la patente di democrazia. «
Come tutte le metropoli era costituita da
precipitazioni...». Precipitazione come assenza di riflessione, come corsa incauta verso il precipizio della vita. E le domande giornalistiche devono divenire scavo quotidiano e grimaldello per aprire serrature incalcolabili.
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Come tutte le metropoli era costituita
da intermittenze
». Intermittenza come distacco provvisorio, come scelta inconsulta di vita, come dettato amministrativo impostato solo sulle superfici della vita? Il giornalismo del cuore ha il dovere e la necessità di capire. Per trasmettere sulle pagine bianche.
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come tutte le metropoli era costituita
da collisioni di cose e di eventi
». Il giornalismo luminoso dev'essere in grado di mostrare gli spazi per attuare tali percorsi, donando al lettore una serie di opzioni e d'insegnamenti. E qui veniamo a un certo tipo di scrittura giornalistica, che cavalca la schiuma delle onde, trascurando l'anima della notizia non notizia. E per ultimo «...e, frammezzo, punti di silenzio abissali...». Nel cuore delle città. Le città, Genova per noi, colme anche di «silenzi abissali», dopo le irregolarità, gli avvicendamenti, le precipitazioni, le intermittenze, la collisione di cose e di eventi. Dopo, i «silenzi abissali».
Finisco con le parole di Robert Musil, riferite a coloro (anche illuminati) che producono denaro. La letteratura, carissimi miei, non è disciplina da tavolino, ma pane di vita. «Noi abbiamo conquistato la realtà e perduto il sogno. Non stiamo più sdraiati sotto un albero a contemplare il cielo attraverso le dita dei piedi, ma lavoriamo e fatichiamo; d'altronde non si può starsene trasognati a stomaco vuoto, se si vuole essere gente di polso; bisogna muoversi e mangiare bistecche.
Abbasso le formiche, popolo di schiavi organizzati e abbasso la Costituzione italica, laddove si dice «l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro».
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