Il 2011 sulla carta è l'anno delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia e di conseguenza di tutti i personaggi storici che hanno contribuito al Risorgimento italiano. Tolti i festeggiamenti del 17 marzo (oltre a quelli del 5 maggio del 2010 per la ricorrenza dell'impresa dei Mille) gli altri giorni dell'anno fin qui trascorsi sembrano però aver già dimenticato l'importante anniversario. Non stupisce infatti in quest'ottica il restauro, a dir poco intempestivo, del monumento nei pressi di piazza Corvetto di Giuseppe Mazzini, uno dei massimi esponenti del Risorgimento italiano. Basta questo esempio per capire che se Mazzini se la passa male, chissà a quale destino vanno incontro gli altri protagonisti di «secondo piano».
Per avere un esempio tangibile di degrado, di mancanza di rispetto per i monumenti e della noncuranza a ripulirli, bisogna uscire dal centro in direzione Staglieno e addentrarsi per via Burlando. Alla fine della via, sorge infatti l'imponente plesso scolastico Burlando, davanti al quale è posizionato il mezzo busto in bronzo di Antonio Burlando, seguace di Garibaldi nell'impresa dei Mille, ricordato per l'appunto da una targa che recita «Al colonnello Antonio Burlando, che fu dei Mille, i suoi compagni nelle armi da Varese a Mentana». Capire tutto ciò passando oggi lì davanti risulta però abbastanza difficile. In primis per via della scuola, in un primo tempo colorata di blucerchiato da alcuni supporter sampdoriani e a maggio adibita a «muro del pianto» dai tifosi genoani che non si sono fatti sfuggire l'occasione di celebrare la retrocessione dei cugini con decine di «B» e inni a Boselli, l'eroe del derby.
Questi teppisti, al di là della fede calcistica, non hanno voluto trascurare neanche il mezzo busto di Burlando, colorando gli occhi di rosso e imbrattando la targa fino a renderla quasi illeggibile. Nessuno ha fatto niente per ristabilire un po' di decoro al mezzo busto, se non Lorenzo Carlevarino (un lettore affezionato di queste pagine che in passato si è reso protagonista di gesti signorili quali la donazione di due autoambulanze e l'apertura di un centro di solidarietà sociale in via Bari, tutti nel nome della figlia Patrizia, prematuramente scomparsa due anni fa) che perlomeno si è preso la briga di denunciare questa incresciosa situazione.
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