Il mondo non aspetta. E i tempi dell'impresa non possono tenere il passo, troppo lento, della politica italiana. Una verità che deve delineare le scelte del Ministero per lo Sviluppo Economico, presieduto da Corrado Passera, i cui piani sono al centro del nuovo Valore Export, in edicola con il Giornale. «Guardiamo avanti, ma cerchiamo di non perderci per strada quello che è stato fatto - ha dichiarato il ministro -. Condivido fino in fondo l'insofferenza delle imprese per i tempi della politica. Ma bisogna andare avanti per non perdere i sacrifici fatti».
Per il ministro, un faro da seguire sulla via dello sviluppo è proprio quello acceso dalle tante aziende che hanno affrontato con successo strategie di internazionalizzazione e che oggi esportano in tutto il mondo le eccellenze del made in Italy. «Non saremmo il secondo Paese manifatturiero europeo e uno dei primi al mondo per export se non avessimo le capacità competitive, solo che queste ora vanno rafforzate - ha sottolineato il ministro -. Siamo forti perché abbiamo una capacità imprenditoriale notevole e, malgrado tutto, una coesione».
Purtroppo, però, questo non basta. Gli sforzi dei nostri imprenditori devono essere coadiuvati da un apparato Pubblico più stabile ed efficiente. «Gli investitori stranieri sono spesso spaventati dal venire in Italia, hanno paura del groviglio di norme e dalla mancanza di un referente unico. Le Pubbliche amministrazioni italiane devono fare la corte agli investitori, dirgli venite da noi perché siamo in grado di rispondere alle vostre esigenze».
Soprattutto ciò che chiedono gli imprenditori stranieri è «l'unicità dell'interlocuzione, unita a tempi certi di risposta.
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