Patto Formigoni-Moratti: «Legge speciale per Milano»

Gianandrea Zagato

«Abbiamo lavorato insieme intensamente avendo come concezione di fondo il bene dei milanesi». Pausa. «Insieme garantiamo la massima energia tra le istituzioni». Roberto Formigoni si «allea con Letizia Moratti per il futuro di Milano. Domani che si traduce in dieci temi caldi per lo sviluppo economico e sociale: dalla casa alla coesione sociale, dalle politiche per l’istruzione alle infrastrutture passando per l’ambiente, la «sburocratizzazione» e il recupero di aree degradate.
Come? «Serve una legge speciale per Milano che intervenga modularmente per diverse materie. Legge che consentirebbe al sindaco Moratti di utilizzare alcune competenze della Regione e «permetterebbe di stanziare risorse da destinare a progetti speciali» spiega il Governatore, mentre Letizia Moratti chiosa che questa legge «deve rendere più facili le decisioni di realizzazioni che sarebbero al di fuori delle competenze dell’amministrazione comunale» e aggiunge che «nei prossimi cinque anni, Milano, avrà almeno 50 pediatri in più» e «una maggior attenzione per i 44mila disabili che ci vivono».
Chiaro? La Regione Lombardia è disponibile a promuovere una «legge speciale» per Milano, che dia al Comune la possibilità di esercitare alcune competenze regionali e, dunque, assumere provvedimenti in maniera più rapida o con un livello particolare di compartecipazione alle decisioni. Obiettivo «per la crescita di Milano» che, naturalmente, aggiunge Formigoni «è più facile se al Comune c’è condivisione e intenti comuni». Osservazione dedicata all’aspirante sindaco del centrosinistra che, confessa Letizia Moratti, si è trasformato anche in piazzista di programmi elettorali “su misura”: «Il 29 aprile ha presentato quello dell’Unione, diciamo “ufficiale”. Qualche giorno fa ne ha consegnato un’altra versione “personalizzata” ma solo ad alcuni cronisti. E, ieri, ha reso pubblica una terza versione modificata con l’ipotesi della consultazione sul traffico. Peccato che i milanesi ancora attendono di sapere con chiarezza e trasparenza qual è il suo programma, mentre io mi presento con un solo programma - sostenuto da tutti i partiti della coalizione senza una contraddizione - che prevede due grandi linee direttrici: sostegno al reddito e sviluppo».
Già, mentre l’ex inquilino della prefettura testimonia di «giocare d’azzardo con i milanesi», Letizia Moratti continua a garantire ai cittadini e alle famiglie il rispetto degli impegni presi: ad esempio, assicurando che «Milano sarà il primo comune italiano a dotarsi di un ufficio per la tutela dei consumatori». Certezza sottoscritta insieme a Roberto Arnaldi, segretario generale della Casa del consumatore, Liliana Merlo, presidente di Federcasalinghe e Maurizio Scelli. Ufficio strutturato, spiega il sindaco della Casa delle libertà, «per svolgere efficacemente le sue funzioni e in stretto contatto con il sindaco e la giunta al fine di dare risposte concrete a problemi concreti e quotidiani dei cittadini».
Quadro che si concretizza pure col sostegno «dei redditi» attraverso alcune voci «sulle quali avere pieno controllo»: «Blocco delle tariffe dei mezzi pubblici per i prossimi cinque anni, sconti sugli abbonamenti familiari e gratuità per gli over-65»; «Centocinque euro di risparmio sulle bollette di gas e luce grazie ad interventi per rendere più efficienti i consumi» e «risparmio di 40 euro sulla Tarsu col miglioramento nei sistemi del recupero dei rifiuti». E last but not least «riduzione del costo per l’affitto di un appartamento da 500 a 350 euro al mese e da 2.230 a metro quadrato per l’acquisto a 1.720» grazie «alla realizzazione di 45mila nuove unità abitative di edilizia residenziale convenzionata per meno abbienti, di edilizia temporanera per giovani coppie e studenti e di edilizia convenzionata per chi è in cerca di una prima casa da acquistare».

Azioni di sostegno al reddito che Letizia Moratti riassume in 553 euro in più all’anno di risparmio per la famiglia milanese tipo che salgono a 2.464 euro per quelle bisognose. Fotografia della Milano dopo il voto del 28 e 29 maggio.

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