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Un paziente su tre va dal medico di famiglia perchè soffre di dolore cronico

Uno studio condotta dalla Società Italiana di Medicina generale rivela che il 27 per cento degli assistiti soffre di malattie potenzialmente associate a dolore cronico. In Italia ancora bassa la percentuale delle prescrizione di oppioidi rispetto all amedia europea.

Quasi un terzo degli italiani adulti soffre di dolore cronico. Un'indagine della Simg (Società Italiana di Medicina Generale) mette in luce che un paziente su tre si rivolge al medico di famiglia per curare patologie causa di dolore cronico. La ricerca intitolata Il comportamento prescrittivo dei medici di medicina generale è stata condotta mediante il sistema di analisi Health Search/CSD patients Database (HSD) ed ha coinvolto 500 medici italiani, per un totale di 789.284 pazienti. Dallo studio risulta che circa il 27 per cento degli assistiti soffre di malattie potenzialmente associate a dolore cronico come: artrosi (20,45), artrite reumatoide (0,85) o tumori (6,07).
«Il medico di medicina generale è, dunque, il primo interlocutore per la cura del dolore, uno dei fattori più importanti che condizionano la qualità di vita delle persone» osserva Claudio Cricelli, Presidente Simg.
É stata analizzata anche la percentuale della prescrizione di farmaci per il trattamento del dolore. Prevale ancora la prescrizione dei Fans (farmaci anti-infiammatori non steroidei, 39,6), seguita da quella di analgesici oppiacei (9,5) e paracetamolo (3,9). Si conferma dunque che nel trattamento del dolore la prescrizioni di oppioidi è ancora molto contenuta in Italia. Fatto che pone il nostro Paese in ritardo rispetto agli altri Paesi europei. Questo aspetto emerge anche dai dati del Centro Studi Mundipharma, secondo i quali a settembre 2009 l'Italia si classificava ultima in Europa per spesa pro capite destinata agli oppioidi, con un valore pari a 0,83, contro una media europea di 3,87.
Il professor Guido Fanelli, coordinatore della Commissione ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative spiega come, grazie ad un'ordinanza ministeriale del 20 giugno 2009, sia stato abolito il ricettario speciale per la prescrizione dei farmaci oppioidi che ne limitava di fatto l'utilizzo. Questo provvedimento, spiega il professor Fanelli, «mira a rendere più accessibili ai tanti malati con dolore cronico le cure più idonee, attraverso l'impiego di terapie a base di morfina, ossicodone, fentanyl o buprenorfina, farmaci fino a poco tempo fa poco accessibili. Oggi il medico ha dunque a disposizione più possibilità di cura, che dovrebbe sfruttare al meglio per garantire la migliore assistenza al proprio paziente».
Le nuove norme favoriscono e facilitano la prescrizione dei farmaci oppioidi, aggiunge il professor Cricelli, ma è anzitutto necessario «che il medico di medicina generale abbia la possibilità di seguire un adeguato percorso formativo sull'utilizzo di questi farmaci e le loro potenzialità».


Nell'ultimo periodo comunque è aumentato il consumo di oppioidi orali: più 7,7 per cento (33,9 a settembre 2009 rispetto al 26,2 a settembre 2008) rispetto alle formulazioni transdermiche (66,1 a settembre 2009 rispetto al 73,8 a settembre 2008), che testimonia un graduale adeguamento del nostro Paese alle Linee Guida internazionali dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

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