
- Collaboratore di giustizia o meno, chi ha ammazzato così tante persone da perderne il conto, chi ha premuto il pulsante della strage di Capaci, si fa fatica a pensare che possa tornare un uomo libero. Per di più protetto da quello Stato che ha combattuto per anni. Comprendo le motivazioni della legge sui collaboratori di giustizia, ma lasciatemelo dire: 26 anni di carcere, per un signore che ha fatto sciogliere nell'acido un bambino, sono comunque troppo pochi.
- Per una volta concordo con Selvaggia Lucarelli, su Garlasco. Indagare da un punto di vista giornalistico, oltre che giudiziario, è sacrosanto. Ma lo fai in silenzio per poi raccontare “il risultato” delle tue ricerche. Non devo raccontare la ricerca stessa, cioè il percorso. Perché altrimenti finisci col dare in pasto ipotesi che poi nel giro di un amen vengono smentite per passare immediatamente all’ipotesi successiva.
- C’è un solo modo, giornalisticamente, per raccontare Garlasco: schierarsi per l’innocenza di Andrea Sempio la quale colpevolezza, se non dovesse confessare, sarà quasi impossibile da dimostrare 18 anni dopo.
- C’è un bel pezzo sul Domani riferito ai laici e non credenti che vedevano in Bergoglio un “referente diretto a cui rivolgere istanze di giustizia sociale” e che adesso cercano in Leone XIV lo stesso feticcio. Quella di Francesco, secondo Federico Zuolo, era una “trappola”. “L'illusione di potersi appoggiare sul carisma papale è stato uno degli errori di una parte del mondo progressista. Vedendo elementi apparentemente simili, rimaneva delusa dal posizionamento conservatore in alcune scelte, come se il papà dovesse rispondere a istanze progressiste su ogni aspetto”, scrive. “Ma proprio per questo chi è stato infatuato da Bergoglio non deve cadere nella tentazione di cercare un appoggio nel nuovo pontefice, come se l'avere un nemico comune (Donald Trump) deve per forza rendere il papa un referente di causa condivisa. Che possiamo essere punti di contatto tra l'attuale papà e una parte del mondo progressista è un fatto apprezzabile per molti aspetti. Ma crea anche il rischio di sperare di potersi affidare a una figura che giustamente e inevitabilmente risponde a logiche diverse”. Il fatto che Bergoglio sia stato considerato un leader maximo del progressismo mondiale risulta allo stesso tempo il suo più grande limite e il maggior abbaglio della sinistra, che oggi si trova senza un leader (che non era neppure veramente suo).
- Ok adesso fermatevi un momento. Fermi. Ripensate a tutto quello che avete letto in questi giorni su Garlasco: il borsone pesante, il canale dragato, le sorelle Cappa, il Dna sotto le unghie della vittima, l’impronta di Andrea Sempio rossa ma non di sangue, le intercettazioni vecchie di anni dalle cui trascrizioni non si capisce nulla, fuorché il titolo accattivante, il misterioso santuario della Bozzola, il presunto giro sessuale, quello mistico, il supertestimone, la borsetta rubata che poi non lo era, Tizio, Caio e Sempronio. In tutto questo cancan di “svolte”, “misteri”, “ipotesi” e illazioni ci siamo persi di vista due aspetti. Il primo: il garantismo, quello vero. Nella speranza di scagionare Alberto Stasi non possiamo trasformare Andrea Sempio in un mostro prima di un processo che, ad oggi, neppure sappiamo se verrà celebrato. Il secondo: Chiara Poggi. Mi ha molto colpito oggi l’intervista della madre al Corriere della Sera in cui sottolinea un fattore importantissimo, che chi indaga - pm e giornalisti - dovrebbero sempre tenere a mente: lei non può difendersi. Quando si ipotizza che abbia una seconda vita, due telefoni, un amante, che avesse scoperto qualcosa, ricordate che lei - morta e sepolta - non ha diritto di replica. “Non si devono permettere di infangare il suo nome perché voglio ricordare a tutti che mia figlia è morta. È stata uccisa. Lei è la vittima, anche se molti se lo sono dimenticato". Ci vorrebbe un po’ di tatto in più. Scavare è letico, anzi doveroso. Ma forse bisognerebbe portare all’attenzione del grande pubblico solo i dati certi, non ogni singolo dettaglio e ipotesi che poi viene rapidamente smentita o sgonfiata.
- Musk e Trump se le danno di santa ragione. Era oggettivamente scontato che sarebbe finita tra due primedonne, ma stavolta sto dalla parte di Elon: è ingiusto accusarlo di aver criticato la legge di bilancio di Donald solo perché ci sono tagli agli incentivi per le auto elettriche. In passato, infatti, il papà di Tesla ha sempre detto di non aver bisogno di quei bonus e che il governo Usa avrebbe dovuto toglierli perché per un liberale un bilancio in deficit è una pessima idea.
- Ma è bellissimo che ora Repubblica si schieri anche a difesa dell’8x1000 alla Chiesa Cattolica. Quanti miracoli che fa, Giorgia Meloni: il tuo nemico è mio amico.
- È veramente sconcertante che il Corriere sia interamente verde per la giornata mondiale dell’ambiente. Domanda innocente: ma per colorarlo così, hanno più o meno inquinato il pianeta?
- Non condivido la battaglia dei siti porno contro la legge che chiede più burocrazia per accedere ai contenuti per adulti al posto del semplice “clic” sul “Sì” alla domanda “Ho più di 18 anni”. Rispetto al passato, Internet è ormai incontrollato nel senso che possono averlo a disposizione i bambini di 10, 11 o 12 anni tenendo in mano un cellulare. È giusto, logico e razionale che le leggi a tutela dei minori si adeguino al nuovo contesto. Non può bastare mentire sulla propria età per accedere a tutti quei contenuti.
- È giusto che Putin si vendichi per l’accatto ucraino ai suoi aerei? No. È logico? Sì. Perché la guerra è guerra e come non possiamo che ritenere legittimo il raid di Kiev, allo stesso modo è naturale (per quanto orribile) che Mosca risponda. È la perversa logica di ogni conflitto.
- A quanto pare Elly Schlein e gli altri animatori della manifestazione per Gaza a Roma sono in ansia per quello che certi invitati diranno sul palco (tra loro: Rula Jebreal) e per possibili incendi di bandiere israeliane o declamazione di inni pro-Hamas.
Da qui si capisce che l’unione di Pd, Avs e M5S potrà sicuramente avere un futuro elettorale, come cartello, sono a 1 punto percentuale dal centrodestra, ma poi ogni convivenza governativa sarebbe più che complicata. Molto più di quanto non lo sia quella tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.