Cultura e Spettacoli

Pazzo per l’eutanasia L’assassino Diabolik ora diventa un «Dottor Morte»

Ci risiamo. All’evoluzione buonista (ma anche banalmente conformista o, se preferite, qualunquista di sinistra) di Diabolik non poteva mancare il tassello dell’eutanasia. Già il titolo, La morte dolce, mostra appiattimento politicamente corretto. Si tratta, per giunta, di una ristampa, vuol dire che il vizio è vecchio. Ma coincide con l’assegnazione di un premio milanese, tipo «amici degli animali», che in questi giorni vede premiati gli autori di quello che una volta fu il «Re del Terrore» per l’impegno animalista del loro personaggio. Il quale, tra l’altro, fa da testimonial alle campagne contro l’abbandono dei pets e la guida spericolata.
Negli anni Settanta, viventi le creatrici sorelle Giussani, Diabolik faceva pubblicità al divorzio in corso di referendum. Evvabbé, in fondo era uno che conviveva more uxorio. Speriamo che non chieda Pacs e Dico, onde far beneficiare a Eva Kant della pensione di reversibilità. Storica fu la puntata Diabolik in Oriente in cui si magnificava la rivoluzione culturale cinese con la storica frase: «Io qui non avrei ragione di esistere», detta da uno che di mestiere fa il ladro. E anche l’assassino. Anche in quest’ultimo campo, in effetti, Mao era più bravo. Poi, non molti anni fa, venne il numero in cui si sbavava per l’amore gay e Diabolik esternò tutta la sua anti-omofobia. Qualche imbarazzo gli autori lo ebbero quando si trattò di indossare una della famose maschere, perché il personaggio da interpretare era un gay dichiarato. Il cui posto fu preso da Eva, visto che, nell’immaginario, Diabolik oltre che etero deve essere anche macho.
Ma la corrente storia sull’eutanasia merita qualche cenno in più, perché non solo Diabolik somministra la «dolce morte» a un malato inguaribile, ma addirittura lo vendica contro quelli che l’hanno fatto finire in carrozzina. E senza nulla guadagnarci. Così, per puro buoncuore. Naturalmente, iniettare una sostanza letale nel braccio di un paralitico è «buoncuore» alla Pannella, ed è strano che, finora, Diabolik non abbia ancora vissuto un’avventura «radicale». Forse il motivo sta nella droga, che il Nostro, in cuor suo, probabilmente vorrebbe veder liberalizzata, almeno quella «leggera». L’eutanasia, si badi, non è opinione dei soli Diabolik e Eva, ma anche di Ginko e Altea. Insomma, tutti, tranne il maggiordomo (per rispettare il vecchio canone del giallo?). A questo punto non resta che attendere Diabolik alle prese con la fecondazione eterologa e in vitro, nonché con l’aborto. Va da sé che Eva usa la pillola, ma se facesse cilecca? Ecco un bel tema per una delle prossime avventure. Magari, Diabolik potrebbe pugnalare qualche pro-life che protesta davanti a una clinica abortista. O sterminare col gas i finanzieri che schedano gli immigrati clandestini. O far deragliare con un geniale marchingegno l’Alta Velocità in Val di Susa.

E perché non fornire di una delle sue celebri maschere Cesare Battisti, onde consentirgli di tornare in Italia? Eh, c’è ancora molto da fare.

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