Caro Granzotto, unulteriore chiara dimostrazione della differenza tra la politica della destra e quella dellopposizione, viene in seguito ai fatti abruzzesi, che segnano un altro punto a favore della malasanità. Storace ha parlato di necessità di tornare alle urne per cambiare immediatamente le persone irresponsabili dellamministrazione della regione, mentre la sinistra parla di attenzione necessaria da porre alla questione morale. Ma quale questione morale! Dobbiamo, di fronte a un fatto così grave, tornare allascetismo filosofico per perdere tempo? Non è più corretto, invece, rifare le nomine? Incredibile, di fronte allevidenza lopposizione continua a dipingere quadri astratti.
Provi a mettersi nei panni dei democratici, gentile lettrice. Altro che letto di Procuste. Perché vede, come prima reazione ai fatti dAbruzzo la sinistra politica e giornalistica ha buttato là che Ottaviano Del Turco è un socialista, come a voler dire altra razza dalla nostra di «sinceri democratici» facenti capo al Partito democratico. E dunque prendendone le distanze, perché non uno dei loro, della schiatta degli antropologicamente diversi.
Ma non è così. Sì, Del Turco sarà stato e forse sarà ancora socialista, ma anche membro della Direzione nazionale del Partito democratico. Anche ministro delle Finanze - e sottolineo Finanze - nel secondo governo Amato. Anche eletto senatore nelle liste dellUlivo. E sottolineo Ulivo. E in quelle liste fu poi mandato in vacanza allEuroparlamento prima di venire eletto, in quanto appartenente al Partito democratico, presidente della Regione Abruzzo. Con questo po po di curriculum, quando verrà il momento di prendere una posizione - e quel momento verrà, ci scommetta - sarà difficile per la sinistra politica e giornalistica dare ad intendere che Del Turco è un corpo estraneo.
In quale pasticcio si trovino i «sinceri democratici» lo ha illustrato con la consueta maestria Sergio Staino. In una sua vignetta, comparsa giovedì scorso sulla prima pagina dellUnità, Bobo, uno dei personaggi creati dal disegnatore, rivolgendosi alla moglie e alla figlia sospira: «Fatevi forza. O le accuse a Del Turco sono vere e affondiamo con il Pd, o non sono vere e affondiamo con la magistratura». E così è. Ed è perché è così che il loft prende tempo rifugiandosi nellaria fritta della «questione morale».
In altri tempi avrebbe chiuso la partita senza spargimenti di sangue proclamando con impudenza che il solo sospettare un coinvolgimento del partito in faccende tangentizie era espressione di sentimenti antidemocratici, antipopolari e, sostanzialmente, fascisti (sempre una volta, passò per buono, anche per Di Pietro, che i due miliardi cash trovati in saccoccia al Compagno G. erano il ricavato della vendita delle salamelle al Festival dellUnità). Oggi no, oggi non è più possibile cavarsela con un pettoruto richiamo alle mani pulite, pulitissime, della sinistra.
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