Il Pd annusa l’aria: speriamo nell’intesa

L’opposizione tuona («sindacati e governo hanno sbagliato») ma ammorbidisce la linea

da Roma

Dal «tanto peggio, tanto meglio», al «tanto meglio tanto peggio» il cambiamento è stato immediato e quasi indolore. Il Partito democratico è passato dai «ve lo avevamo detto» pronunciati nella fase più acuta della trattativa al «comunque, vada, Alitalia resta un problema» delle ore a ridosso degli incontri di ieri.
Il più veloce a capire che i giochi sono aperti è stato un esponente di razza del Pd, Pier Luigi Bersani. Uno che queste cose le conosce e che in questi giorni si è speso per dimostrare come fosse migliore l’ipotesi Air France. Ieri all’Unità ha pronosticato un possibile successo del lodo Berlusconi («ci metteranno una pezza»). Poi in giornata è tornato sull’argomento: «Adesso vediamo se c’è l’accordo, in ogni caso il problema continua, non è che finisce domani».
Anche perché «comunque vada la vicenda Alitalia, avremo una piccola compagnia domestica che lavora in forma monopolistica, che per portare la gente nel mondo dovrà farsi dare un passaggio da altre compagnie». Una stoccata anche ai sindacati, che su questa vicenda hanno sempre avuto una linea diversa rispetto a quella del Pd e della sinistra in generale, in particolare su Air France. «Con Alitalia sono stati protagonisti in tutti questi anni di una vicenda non lodevole, con limiti e errori. Adesso vengono messi con le spalle al muro: non loro, i lavoratori», ha sottolineato il ministro ombra dell’economia.
Troppo rancore, devono avere pensato altri esponenti del Pd. Timorosi di trovarsi a criticare un accordo che, prima o poi, potrebbe essere trovato. «Spero che nelle ultime ore subentri quella responsabilità che è mancata fino ad ora e si trovi una soluzione nel bene del Paese», ha detto l’ex segretario dei Ds Piero Fassino. L’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano si augura invece che «nonostante gli errori del governo», si giunga ad un accordo. Unico a puntare sul fallimento è solo Antonio Di Pietro che chiede a Silvio Berlusconi di rifondere «di tasca sua» il «danno erariale». In silenzio il leader del Pd Walter Veltroni, che sabato aveva chiesto di riaprire le procedure di vendita, per cercare nuovi possibili acquirenti per la compagnia. Ieri non ha parlato di Alitalia, nonostante il suo intervento alla scuola estiva del Pd, tutto contro il governo.
Magari il fatto che la trattativa, tra alti e bassi, sia ripartita non è una buona notizia per il segretario dei democratici.

Anche perché - notava ieri l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga - una mancata soluzione sarebbe «una sconfitta molto dura per il governo». Naturale, quindi, che Pd e Cgil non tifino per un accordo. E la disoccupazione per 20mila lavoratori? «Non può costituire un problema per il Pd che non è una associazione benefica, ma uno strumento di lotta politica».

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