«Mi hanno lanciato una fatwa». Respinto anche dal circolo pd di Quinto-Nervi-Sant’Ilario, Beppe Grillo promette che al congresso ci sarà comunque. «Come un ologramma, magari mentre parla Bersani». E, intanto, da buon erede del ’68 continua a seppellire il Pd a forza di risate. E a far cassa. I garanti del partito (ci sono, è vero, roba da vecchio Pcus) gli hanno negato la tessera? «Vabbè - aveva risposto lui - vuol dire che mi iscriverò alla P2».
Ieri la nuova puntata dello show con il Pd in versione casa di tolleranza. La Serracchiani? «All’inizio - racconta al Corriere della sera - diceva di essere d’accordo, poi deve aver avuto una telefonatina. Cosa vuole, è una suora in un bordello». Ma l’astio, assicura, è assolutamente motivato, cartesianamente dimostrato. «È il secondo partito del Paese. Ma è guidato da fossili che non danno risposte su niente». Su niente. «Vogliono l’acqua pubblica o quella privatizzata? La raccolta differenziata o gli inceneritori? Il nucleare o l’energia rinnovabile?».
Per questo, assicura, la sua esclusione gli fa ancora più rabbia. «Se io fossi stato al posto loro avrei detto: caro Grillo, lascia perdere, non possiamo tesserarti perché sono anni che ci prendi per il culo. Però se vieni al congresso sei un ospite gradito. Vieni e ci dici la tua. Sarebbe una risposta politica. Avrebbero fatto una bella figura. Ma tirare in ballo il paragrafo tre dell’articolo nove! Quella non è una risposta politica: è burocrazia. Allora la politica non serve a niente. Basta un apparato con dei regolamenti. Boh...». Difficile dargli torto. Tanto che anche nel partito le crepe diventano voragine e il suo fans club diventa sempre più numeroso. «Dirgli che è un provocatore - contesta il sindaco di Bari Michele Emiliano appena riconfermato con gran successo personale -, liquidare la cosa con il regolamento congressuale, è un errore. È bravo, dobbiamo contrapporgli leader bravi e preparati. Se abbiamo paura di Grillo allora ha ragione lui. Siamo il congresso del nulla».
Certo Grillo non ci va giù leggero. «Io ce l’ho con quei dieci che guidano il partito. Che le hanno perse tutte e sono la polizza-vita di Berlusconi. Il quale, finché ci sono loro, sta tranquillissimo». Troppo. Anche per il placido Pierluigi Bersani che replica un po’ grigio alla battuta che l’ha evidentemente spiazzato. «Non so chi fa favori a Berlusconi - gli manda a dire dall’assemblea Cgil -, ciascuno si faccia un esame di coscienza». Tutto qui? «C’è chi irride, chi sorride. Io continuo a pensare che si tratti di una cosa seria, cioè di come fare un partito che difenda gli interessi dei più deboli. Si può essere allegri in un altro modo». Magari, caro Bersani, ascoltando Grillo. Bersani? «Ma per carità... Ha fatto il ministro del tutto. Le farmacie... I tassisti... Basta. Non volete me? Benissimo. Ma pigliatevi dei giovani».
Ma ce n’è per tutti. Veltroni? «Topo Gigio... Di politica non c’è più niente là dentro. Io ho cercato di riempire il nulla con un programma». Oppure: «Un uomo solo aggettivi e sostantivi». Franceschini? «Come fai a votare Franceschini? Cosa vuole Franceschini? Qual è il programma di Franceschini? Non ce l’hanno un programma. Io sono un comico ma un programma ce l’ho. Degli obiettivi ce li ho».
Magari, come già scritto dal Giornale, fare il cavallo di Troia e distruggere il Pd dall’interno per conto di Antonio Di Pietro. «Io? Per conto di Tonino? Ma dai... Per dire che uno è ostile devi vedere il suo programma. Il mio programma qual è? L’acqua pubblica, le energie rinnovabili, la mobilità, il Wi-Fi gratuito, la raccolta differenziata... Questa, per loro, è l’ostilità». E il blog? Anche ieri al veleno. Il Pd? «Un manipolo di persone in cerca di occupazione. Ricordo, ad esempio, che Fassino e sua moglie hanno accumulato 13 legislature. Quanti milioni di euro ci sono costati e con quali risultati per i cittadini?».
Un fiume in piena. E, intanto, per aggiungere grottesco a grottesco, il circolo genovese, dopo averlo respinto gli socchiude la porta.
«Tenendo conto che Beppe Grillo ha espresso la volontà di contribuire al dibattito politico - si legge in un comunicatino ufficiale -, il coordinamento lo accoglierà volentieri nella sede di Quinto per un confronto di idee e progetti». Come a dire che al congresso no, ma al circolo di Nervi anche Grillo ha diritto di parola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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