Pd, rivolta sulle liste: «Elettori presi in giro»

(...) Il Pd ha definito le liste con sei giorni di anticipo sulla scadenza. Alla Camera, i primi sei in lista (sicuri di elezione) sono Giovanna Melandri (ministro uscente), Andrea Orlando (deputato uscente, spezzino), Francesco Garofani (ex direttore del quotidiano cattolico «Il popolo»), Mario Tullo (segretario del Pd ligure), Massimo Zunino (deputato uscente, savonese) e Sabina Rossa, figlia del sindacalista ucciso dalle Br. In caso di vittoria del Pd, potrebbe tornare a Roma anche Lorenzo Forcieri, Egidio Banti e Romolo Benvenuto che occupano i posti dal 7 al 9. Al Senato, sicuri dell’elezione sono i primi tre in lista: Roberta Pinotti (deputata Ds, genovese), Claudio Gustavino (capogruppo Pd in consiglio regionale) e Luigi Lusi (ex tesoriere della Margherita, in arrivo da Roma). In caso di vittoria di Veltroni, potrebbero finire a Palazzo Madama anche Stefano Fassina (consigliere di Visco) e Brunella Ricci (imperiese), quarto e quinta in lista.
Non ci sarà invece Gaetano Mazzarello, senatore uscente, che non fa polemiche: «Sono orgoglioso - dice - degli attestati di stima per il mio lavoro ricevuti in queste ore. Si è chiusa un’esperienza, non c’erano le condizioni per ripresentarmi». Molto più critica sull’esclusione di Mazzarello è la Fusco: «Sono delusa che gente come lui sia stata esclusa, per non parlare dei nomi emersi dalla famosa rosa espressa da quelle che possono definirsi primariette da circoli di domenica 24 febbraio». Racconta di aver aderito con entusiamo al nuovo partito, «credevo fosse il partito della grande speranza». «Ma quale speranza? - si chiede adesso - Questo è il partito delle grandi illusioni. Ma quale cambiamento, quale parità di genere, quali volti nuovi, quali giovani? Ma soprattutto, quale codice etico?». La Fusco pensa ai nomi forti catapultati in lista da Roma, per i quali non valgono regole come il limite del terzo mandato decise dai vertici del Pd. «Si confezionano regolamenti ad hoc per far fuori i rappresentanti del territorio che hanno lavorato bene a favore di grandi nomi nazionali che vengono a farsi incensare e poi spariscono - si arrabbia la Fusco - Il Pd avrebbe dovuto azzerare le vecchie logiche di appartenenza e invece così non è stato. Basta guardare le liste: su 9 nomi neanche una donna della Margherita». E oggi arriva in Liguria Walter Veltroni. «Esprimerò anche a lui queste mie critiche - racconta Marylin Fusco, che del Pd è presidente del coordinamento provinciale - Così la pensano molti cittadini, Veltroni lo deve sapere».


L’assessore regionale Guccinelli contesta invece la strategia: «Non capisco perché nelle prime cinque posizioni della lista per il Senato, quelle che trainano, non ci sia un rappresentante del Levante ligure. Si mette Lorenzo Forcieri, senatore, alla Camera, senza “giocarlo” nella partita più dura, al Senato».

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