Roma - C'è tutta la sinistra in piazza San Giovanni a Roma per manifestare contro il Governo. Da Rosy Bindi a Veltroni, passando per Bersani e Diliberto. Tutti insieme uniti nella speranza che martedì il governo venga sfiduciata. Speranza che, a pochi giorni dal voto, inizia a cedere. Ci pensa Franco Marini a chiarire: "siamo tutti qui senza ambasce su come votare". "Ma il governo rischia di farcela, anche se solo per uno o due voti" spiega chiedendo il più totale anonimato un parlamentare Pd. "Siamo sereni, non sarà un voto ’compravendutò a cambiare la situazione" dà la linea il segretario. Gli fa eco Walter Veltroni: "anche se prende due-tre voti in più, il governo non ce la fa a reggere la situazione e a fare le riforme". Dario Franceschini ostenta un sorriso ed estrae dalla tasca un foglio con i calcoli dei voti di maggioranza e opposizione: "non fatevi confondere dalla propaganda di Berlusconi".
Bersani: "Chiederemo governo di responsabilità nazionale" "Noi lavoreremo fino all’ultimo perchè da martedì venga un primo passo su una strada nuova, il segno che si può cominciare a voltare pagina lavorando come abbiamo fatto fin qui con i nostri gruppi parlamentari e non con le compravendite". Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, parlando dal palco della manifestazione. "Non si tratta solo - ha detto Bersani - di cambiare un governo. C’è una fase della storia politica da oltrepassare, una questione di sistema da affrontare". Se sarà crisi il Pd chiederà al capo dello Stato un "esecutivo di responsabilità nazionale", ha proseguito il leader dei Democratici. "Davanti all’Europa e alla società italiana la risposta di stabilità può solo venire da un governo serio di responsabilità istituzionale che garantisca una transizione ordinata, nuove regole elettorali, alcuni interventi essenziali e urgenti in campo economico e sociale e porti il Paese ad un confronto elettorale capace finalmente di rivolgersi al futuro perché fuori finalmente dalla situazione bloccata e impotente di questi anni". "Nel caso di apertura di una crisi - agguinge - questa è la proposta che avanzeremo al Capo dello Stato al quale confermiamo qui assoluto rispetto per le sue prerogative e ammirazione e stima per come le sta esercitando". "Non avremo certo paura del voto, se capitasse c’è la giochiamo e la vinciamo. Ma serve un pò di responsabilità".
Renzi va da Benigni E' passato anche Renzi, il sindaco di Firenze leader dei rottamatori, ma è stata solo una toccata è fuga. E' arrivato puntualissimo al raduno di uno dei cortei e ha subito salutato: "È una giornata importante, ma devo scappare perchè ho tanti appuntamenti, devo vedere Benigni", ubi maior minor cessat. E continua il processo al sindaco reo di essere andato in visita ad Arcore, ma lui ribadisce: "Certo che lo rifarei, anche domani mattina". "L’ho spiegato oggi - scrive, dopo aver partecipato alla manifestazione del Pd a Roma - a chi mi ha criticato in pullman e in piazza. Checchè scriva qualche sito, non ho mai detto che sono stato ingenuo, nè lo penso: basta rivedersi il confronto con Travaglio per confermarlo. Ho fatto quello che dovrebbe fare qualunque sindaco normale in un paese normale". Secondo Renzi, "quando riconosceremo che è normale cooperare tra le istituzioni sarà un gran giorno. Spero che il Pd passi dalla protesta alla proposta e viva libero dall’ossessione di Berlusconi".
Fioroni: "Una piazza di sinistra? No" Ma le fratture serpeggiano anche nel giorno dell'unione antiberlusconiana.
Una piazza di sinistra? "No è una bella piazza serena e tranquilla anche negli slogan - risponde Fioroni ai cronisti -. Oggi facciamo una proposta al Paese per dar vita ad un governo di responsabilità nazionale che vuole cambiare l’Italia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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