Dieci ore per votare nello scomodo seggio dell’Ata Hotel di Pero, soprattutto se arriverà la bufera prevista dai meteorologi. Una maratona dalle 13 alle 23 per gli iscritti del Pdl che domenica sceglieranno il coordinatore provinciale. Nessuna possibilità di delega, obbligo di tesseramento regolare e documento alla mano. E alla fine, secondo il comandamento «una testa un voto» imposto dal segretario Angelino Alfano, la volontà del militante avrà lo stesso valore di deputati e senatori. Poi la conta e risultati a notte fonda. Scelta mediaticamente non felice, visto che i giornali sanano chiusi e le tivù spente.
Ma la vera maratona è già partita. Ed è quella delle manovre diplomatiche per stringere le ultime alleanze. L’altro giorno, proprio a Pero, Stefano Maullu e Fabio Altitonante hanno chiamato a raccolta i militanti di Guido Podestà per lanciare la campagna. Oggi, invece, si riunisce il gruppone dei colonnelli con Ignazio La Russa, Mario Mantovani, Alessandro Colucci e Domenico Zambetti per blindare la candidatura dell’ex an Sandro Sisler. Che, almeno sulla carta, conta su almeno il 65 per cento dei consensi. Lasciando un 30 per cento al più «pesante» Podestà, forte del suo passato di vicepresidente del parlamento europeo, di coordinatore regionale e da un presente da presidente della Provincia. Una candidatura, però, appoggiata solo dalla sua corrente. E spinta da una campagna d’immagine all’americana che ieri ha visto la pubblicazione su Youtbe del terzo messaggio video con la declinazione dei dieci punti del programma. A suo favore anche endorsement importanti, come quello del presidente del consiglio provinciale Bruno Dapei: «Podestà ancora una volta dimostra il suo amore verso il territorio e verso il partito: lui non è certo uno in cerca di poltrone, ma lo fa in un’ottica di servizio, si rimette in gioco e il suo è un valore aggiunto importante». A suo favore anche l’ex sindaco Gabriele Albertini che in un’intervista al sito internet Affaritaliani, apprezza «la candidatura di Podestà, è stato un atto di generosità. Testimonia il bisogno di trasparenza e democrazia. E spezza il progetto di un’anarchia oligarchica». Non solo. «Sisler? Non lo conoscevo proprio, il che vuol dire che scegliere una persona che non ha un suo profilo autonomo, vuol dire scegliere una persona che sarà sempre dipendente da chi l’ha candidato». Affermazioni velenose, a cui però il sempre cauto Albertini aggiunge che il suo voto resterà segreto. A favore del giovane Alberto Villa il movimento dei Tea Party Italia.
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