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Pdl, Berlusconi: primarie per il nome

Il Cavaliere parla del nuovo partito: "Nessuna titubanza, né passi indietro". Poi racconta il suo "sogno": "Costruire un grande partito dei democratici e dei liberali. Il leader? Lo decideranno gli elettori". E cita De Gaulle. A Fini e Casini: "Solo io ho avuto le mani legate"

Pdl, Berlusconi: primarie per il nome

Roma - Avanti tutta sul nuovo partito. Parole (e musica) di Silvio Berlusconi. "Non ci sono e non ci possono essere ripensamenti, titubanze, passi indietro, ma sono anzi sereno e determinato ad andare avanti lungo questa strada, anche perché Forza Italia condivide con me" questo progetto, che è quello di fare "un grande partito dei moderati e dei liberali". "Non si può scambiare per ripensamenti - ha sottolineato Berlusconi-la necessaria gradualità che impongono gli adempimenti necessari alla costruzione". Lo ha detto il Cavaliere nel corso di una conferenza stampa, sottolineando che questo progetto è da anni il suo "sogno".

Sabato e domenica si vota "Non so se sarò io il leader" del Pdl, "dentro di me penso di sì, ma a deciderlo saranno i cittadini votando. Ci saranno delle primarie con regole molto chiare e precise", anche per scegliere il nome del nuovo soggetto politico. "Sabato e domenica i nostri militanti saranno impegnati nei gazebo per raccogliere le firme e scegliere con un grande referendum popolare il nome del nuovo partito". Lo ha detto Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio. "A me piace considerare questo voto - ha aggiunto - come se fosse già una pre-adesione al nuovo partito". L’ex premier ha inoltre sottolineato di voler "studiare il modello americano, che in fatto di primarie ha una lunga tradizione".

Mai fallito Il Pdl sarà una confederazione? "Io non ho mai usato questo termine" ha risposto il Cavaliere a Montecitorio. "E non l’ho mai sentito - ha aggiunto - nel corso della riunione" svoltasi ieri a Palazzo Grazioli. "Il Pdl - ha sottolineato - è un nuovo partito che si fonda sugli elettori, a cui possono partecipare partiti e associazioni". "Io non ho mai fallito in un mio sogno, e se me lo pongo lo posso fare. E poi vi domando: chi c’è in Italia che può paragonare la propria storia personale di successi a quella di Silvio Berlusconi? Quando ho detto che avrei fatto una città di quattro mila abitanti, molti non ci hanno creduto, ma io l’ho fatta; poi è arrivata una città di 12mila abitanti, e poi ho fatto una di 18mila". "Ho detto - ha proseguito nel suo racconto il Cavaliere - che sarei diventato il primo editore italiano e lo sono diventato; poi è arrivato il Milan, poi ho detto che in tre mesi sarei arrivato al governo, e l’ho fatto. Non ho mai fallito in uno dei miei sogni".

Mani legate "Solo io ho avuto le mani legate". Così Berlusconi ha commentato l’affermazione fatta ieri da Fini che ha annunciato di volersi tenere "le mani libere". "Ciascuno - ha aggiunto Berlusconi - si illustra come meglio crede".

De Gaulle Il Cavaliere cita il Generale De Gaulle e il suo celebre "l’intendance suivrà" per far capire che le necessarie lentezze burocratiche non rallenteranno la realizzazione del Partito delle libertà.

"Non si può scambiare per ripensamenti - ha spiegato nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio - la gradualità necessaria per realizzare il Partito delle libertà". Come diceva il generale De Gaulle - ha concluso Berlusconi - intendence suivrà". La prossima settimana, ha aggiunto, "andremo dal notaio per la firma" della costituzione del nuovo partito.

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