Roma - Il centrodestra che non ci sta e ribadisce: "O questo governo o le urne". Il centrosinistra che "si aggrappa" alle parole di Giorgio Napolitano per insistere nella richiesta di un esecutivo tecnico in caso di crisi della maggioranza. Il presidente della Repubblica nella sua intervista all'Unità frena la corsa al voto e chiede che si fermino gli attacchi a Gianfranco Fini. Ma il Pdl non indietreggia e a partire dal preside del Senato e dal coordinatore Sandro Bondi ribadisce: se c’è crisi di governo si va al voto.
Schifani e Bondi Indirettamente Renato Schifani, intervistato dal Corriere, replica:"Nelle democrazie maggioritarie valga il principio che i governi siano scelti dagli elettori". Il presidente del Senato afferma che in caso di crisi la parola spetterebbe a Napolitano, ma fa notare che "il Paese chiede le riforme strutturali. Se la maggioranza ci riuscirà, allora la legislatura sarà salva. Altrimenti occorrerà andare subito a una nuova". Intanto dal Pdl, dopo aver sottolineato che il presidente è stato intervistato da un giornale di partito e che da lui non è giunta una simile difesa dagli attacchi quando sulla graticola c’era il premier, il coordinatore Sandro Bondi ribadisce: "In una situazione di perduranti difficoltà economiche, è meglio il ricorso al voto piuttosto che la paralisi politica".
Stop della Lega Anche dalla Lega, pur apprezzando le parole del Capo dello Stato, il capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni afferma: "Se però non dovessero esserci, per decisione arbitraria, unilaterale e non condivisa di taluni parlamentari, i numeri per assicurare un governo forte e autorevole, non vedo molte alternative praticabili rispetto al voto". E il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, rincara la dose: "Non sono per niente condivisibili le ipotesi di governi tecnici e di governi di transizione. Si tratterebbe, infatti, di manovre di palazzo, volte ad evitare che si ascolti quello che pensano gli elettori cioè la volontà effettiva del popolo. Qualora decollassero operazioni di questo tipo, sarebbe legittimo sviluppare le più incisive manifestazioni politiche, in parlamento e nel Paese".
Bersani: "Berlusconi dovrà rispettare la Costituzione" "Finché Berlusconi non avrà fatto la Costituzione di Arcore, volente o nolente rispetterà quella su cui ha giurato. Sappia che le minacce esplicite o velate non impressionano nessuno": è la replica del segretario Pd Pierluigi Bersani agli interventi di esponenti di primo piano della maggioranza che non hanno escluso manifestazioni nel Paese in caso di ribaltoni. "Le parole del presidente Napolitano - ha aggiunto Bersani - sono un richiamo forte e chiaro alla responsabilità politica e ai principi costituzionali. È inutile negare che la discussione che si è aperta tocca ormai un punto di fondo. Si vuole dare legittimazione a un pensiero para costituzionale, ben leggibile nei ripetuti interventi del presidente Schifani ed esplicitato nelle parole di Frattini che si appella a una Costituzione materiale. Si vuole interpretare la Costituzione come un involucro formale - ha concluso Bersani - cui dare sostanza con un consenso interpretato come un plebiscito e, se occorre, come ha detto Cicchitto, anche con la piazza. Se la destra pensa con idee del genere di camminare sul velluto, si sbaglia di grosso".
Di Pietro: "Napolitano faccia l'arbitro" "Napolitano ha detto una cosa giusta", ma Di Pietro ritiene che "il suo messaggio sia in anticipo e possa generare equivoci e malumori. Lui è l’arbitro, e non può muoversi come un giocatore perchè così rischia di condizionare il gioco". Di Pietro ribadisce che "il voto degli elettori non può essere ribaltato e che, se manca una maggioranza che continui a sostenere il governo in carica, si deve tornare al più presto al voto, non esistono altre soluzioni o si raggira la volontà dei cittadini". La disponibilità dell'Idv a un governo tecnico è "condizionata al fatto che sia davvero un esecutivo tecnico con una durata ben definita, non oltre tre mesi, e con competenze ben delimitate: fare una nuova legge elettorale e una che ristabilisca il pluralismo informazione".
Fli: "Basta attacchi" "Tutti dovrebbero riflettere sulle parole del presidente della Repubblica secondo cui è ora che cessi la campagna gravemente destabilizzante sul piano istituzionale qual è quella volta a delegittimare il presidente di un ramo del parlamento e la stessa funzione essenziale che egli è chiamato ad assolvere per la continuità dell’attività legislativa". Lo dichiarano Italo Bocchino, Silvano Moffa e Pasquale Viespoli di Futuro e libertà per l’Italia.
"Poichè ad alimentare questa irresponsabile campagna sono alcuni esponenti del Pdl e del governo oltre che il continuo delirio calunniatorio del giornale della famiglia Berlusconi è facile capire chi gioca allo sfascio e vuol trascinare il paese in una ulteriore avventura elettorale nel più assoluto disprezzo dell’interesse nazionale. Noi non ci stiamo e sentiamo il dovere di denunciarlo con chiarezza" concludono.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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