Roma Riprendere in mano l’agenda politica, lasciare nel cassetto la controffensiva di piazza contro la magistratura e mobilitare il partito - sempre in odore di restyling - in vista di un eventuale voto anticipato. Con in mezzo quello che Bonaiuti definisce un «banale equivoco», termometro in verità di una situazione interna al Pdl decisamente caotica.
Già, perché se non c’è alcun dubbio sul fatto che Berlusconi stia cercando di accelerare su quei provvedimenti che possono rilanciare l’economia, più d’una perplessità si rincorre per tutta la giornata sui comunicati che arrivano prima da via dell’Umiltà e poi da Palazzo Chigi per annunciare e smentire manifestazioni contro i pm politicizzati. Proprio mentre a Palazzo Grazioli è in corso una riunione fiume di ben sei ore con il Cavaliere, i coordinatori del Pdl Verdini, La Russa e Bondi, i capigruppo Cicchitto, Gasparri, Corsaro, Quagliariello, i ministri Alfano e Frattini e i sottosegretari Letta e Bonaiuti. Sul tavolo il rilancio dell’azione di governo, la ristrutturazione del partito e l’allargamento della maggioranza con riempimento delle undici caselle libere nell’esecutivo.
A spostare l’attenzione una nota che da via dell’Umiltà rimbalza via mail alle 15.15 sulle agenzie di stampa. «Il presidente Berlusconi - si legge nel comunicato - ha incaricato Daniela Santanchè e Michela Vittoria Brambilla di predisporre un piano di iniziative e mobilitazioni a sostegno dell’attività di governo e a difesa del premier dalle aggressioni mediatico giudiziarie». Apriti cielo. Anche le cosiddette colombe del centrodestra, infatti, interpretano la nota come una chiamata in piazza contro i pm. La stessa che si era deciso di accantonare la scorsa settimana in attesa delle evoluzioni dell’inchiesta Ruby. A segnalare l’equivoco, spiega in Transatlantico La Russa, «è un giornalista molto amico del presidente» che alza il telefono e si fa passare Berlusconi durante il summit a via del Plebiscito. La penna in questione, sono in molti a scommetterci, sarebbe quella di Giuliano Ferrara. Che non a caso su Il Foglio di oggi firma un editoriale nel quale definisce il comunicato «politicamente criminale». Il Cavaliere, ma anche Letta, Bonaiuti e Ghedini, cadono dal pero. È il portavoce del premier a segnare una decisa inversione ad «U». «Per un banale equivoco - spiega Bonaiuti - è stata attribuita a Berlusconi la decisione di incaricare alcuni dirigenti del Pdl per un piano di iniziative e mobilitazione». Segue a stretto giro seconda nota del partito: eventuali iniziative «non hanno nulla a che vedere con le vicende giudiziarie». Più tardi chiarisce anche la Santanchè: «Chi governa ha come strumento la propria azione e non la piazza come dimostra il pacchetto di misure economiche che il governo si appresta a varare». Anche il sottosegretario all’Attuazione del programma, dunque, smentisce manifestazioni anti-toghe spiegando che quelle che coordinerà («ringrazio il partito per il ruolo e la fiducia») saranno «iniziative per far conoscere ai cittadini l’operato dell’esecutivo».
Nelle sei ore a Palazzo Grazioli si affronta poi il nodo federalismo. Nell’eventualità che domani il voto della Bicameralina finisca con un pareggio l’intenzione sarebbe quella di presentare un ordine del giorno da votare in Aula. Sul fronte dell’allargamento della squadra di governo, invece, torna d’attualità l’ipotesi della dimissione dei ministri e dei viceministri per allargare la maggioranza. Ultimo capitolo la giustizia. Il Cavaliere torna sul processo breve: non si può più perdere tempo. D’altra parte, qualche ora prima da Bruxelles era stato lo stesso Alfano a dirlo chiaramente: l’iter legislativo del processo breve è stato «ricalendarizzato» alla Camera. Con l’obiettivo di spingere su una riforma della giustizia complessiva. È anche per questo che se davvero il premier andrà avanti con il restyling del Pdl e la nomina di Alfano a coordinatore unico una delle ipotesi - confidata ad alcuni ministri - è quella di portare sulla poltrona di via Arenula una personalità «tecnica». Qualcuno che non sia identificato come «berlusconiano» e possa dialogare coi magistrati.
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