Cesare Gasparri Zezza
Pedoni e motociclisti sono le categorie più a rischio sulle strade. È quanto emerge dall'ultimo rapporto Aci-Istat. Nel 2015 si sono avuti 1.466 decessi tra conducenti e passeggeri di auto. A seguire: 769 motociclisti, 601 pedoni, 249 ciclisti, 157 occupanti di autocarri e motrici, 106 di ciclomotori e 71 per altri mezzi di trasporto. Sempre nel 2015, in Italia è diminuito il numero di incidenti e quello dei feriti, ma per la prima volta in 15 anni sono aumentati i morti, soprattutto tra gli utenti più deboli.
«È stato un anno orribile per centauri e pedoni - commenta il presidente di Aci, Angelo Sticchi Damiani -: disattenzione, infrazioni e velocità elevata sono le prime cause di incidente. Occorrono, dunque, più educazione e formazione per gli utenti della strada nel loro complesso. A farne le spese sono soprattutto pedoni e motociclisti. Tra i primi si registra un aumento annuo del 4% delle vittime, sulle due ruote a motore addirittura del 7,2%, visto il calo di tutte le altre voci, sono proprio queste due categorie a determinare il +1,1% complessivo dei morti sulle strade. Questa emergenza culturale si può risolvere solo con un approccio sistemico. Serve un percorso formativo costante che non si esaurisca con la consegna della patente, ma si completi con corsi di guida sicura obbligatori per i neopatentati e tappe propedeutiche per impugnare il volante di auto sempre più potenti».
Gli utenti più deboli, secondo l'analisi di Aci e Istat, rappresentano in tutto oltre il 50% dei morti.
Nel mirino sono soprattutto le strade urbane dei grandi centri abitati. Vero è, comunque, che il problema della distrazione cresce anche tra i pedoni e i ciclisti. E sotto accusa resta, sempre, l'uso sconsiderato del cellulare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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