Francesco Gambaro
Alla faccia della circoscrizione che tre settimane fa ha approvato il progetto di un nuovo porticciolo turistico a Pegli, nell'area tra il Risveglio e i Bagni Castelluccio, «senza considerare minimamente il problema dell'impatto ambientale». Gli abitanti di via Zaccaria, riuniti nel comitato Quartiere Risveglio, non scendono dalle barricate e promettono nuove iniziative, come il ricorso al Tar, contro l'ipotesi di realizzare un porticciolo che «stravolgerebbe la vivibilità del nostro quartiere». Parola di Enza Germano, paladina del comitato che ieri mattina si è riunito in via Zaccaria per dichiarare guerra al progetto della «Porto Pegli s.rl». Che, in buona sostanza, prevede una piazza di 6 mila metri quadrati con 433 posti barca e 583 posti auto. Al punto che i rappresentanti del comitato si chiedono perplessi: «Si vuole realizzare un porticciolo turistico a Pegli o un'autorimessa?».
Domande alle quali non riesce a rispondere neppure Arcadio Nacini, consigliere comunale di Rifondazione comunista, nonché membro del coordinamento comitati del ponente. «È la prima volta che a Genova si costruisce un box in mare. Trattasi di un fatto semplicemente sbalorditivo. A questo punto chiederemo un'udienza al presidente della commissione urbanistica Fulvio Molfino, anche se il progetto è già al vaglio della Conferenza dei servizi». Sulla stessa lunghezza d'onda Umberto Mongiardini: «Fare un riempimento di seimila metri quadrati sotto le case è assurdo». Parere condiviso anche da Edoardo Rixi (Lega Nord): «Questo progetto non soddisfa i criteri di vivibiltà per i quali i cittadini si sono sempre battuti». La gente, infatti, dice no a un porticciolo turistico che vuole cementificare migliaia di metri quadrati di mare per costruirci dei box.
«Un progetto che permetterebbe di realizzare una nuova area di espansione edilizia in una zona marittima», accusa Enza Germano. Le dà manforte Isabella Pileri, presidente del comitato 3 barrato. «Anche noi siamo contrari a un'opera disastrosa da un punto di vista ambientale in quanto distrugge una parte consistente della scogliera».
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