Le Pen tiene famiglia: si candida pure la nipote

Clemente Mastella in politica ha lanciato la moglie, donna Sandra Lonardo. Di Pietro ci ha messo il figlio, Cristiano, per il quale è stato coniato il motto «figli grandi problemi grandi». Bossi ci mise la sorella (non una Anna Kuliscioff, siamo d’accordo); e ci avrebbe messo anche il figlio Renzo, se la somaraggine da cui è afflitto (per due volte di seguito trombato alla maturità) non fosse così imbarazzante.
Si direbbe una malattia, quella della politica. Una malattia che si trasmette cromosomicamente. O forse è un virus, e si attacca per contagio, chissà. O forse succede semplicemente che stando accanto a un Mastella, per dire, si scopre che la politica è un affare col botto. Ti regala visibilità (che oggi come oggi è tutto), potere, successo. Dà qualche dispiacere, ogni tanto, ma anche tante belle palanche, e insomma visto il pro e il contro diciamo che ci si può stare. Quanto alla fatica che comporta, via: non c'è da tagliarsi le vene.
Non ci stupisce dunque la notizia che arriva dalla vicina Francia, dove si scopre che la nipotina di Le Pen, il capo del Front National, ha sciolto la riserva e con essa le vele al vento annunciando il suo ingresso nell’agone politico. Così ora sono tre. C’è lui, il vecchio leone; c’è sua figlia Marine, vice presidente del partito, e ora c’è lei, la nipotina, la studentessa diciannovenne Marion Marechal-Le Pen.
La terza del clan Le Pen a essersi scoperta la «vocazione» ha scelto di fare outing in occasione dell’inaugurazione della campagna per le elezioni regionali nell’Ile de France, la regione di Parigi. «Vivo immersa nella politica da quando ero bambina. Per me si apre ora una straordinaria opportunità», ha dichiarato col tono di chi è chiamata dal cielo, come la veggente di Lourdes, la bionda ragazza, iscritta al secondo anno di giurisprudenza alla facoltà parigina di Assas. Intendiamoci. La scelta della politica, e soprattutto quella di aderire al Front National è il risultato di un processo lungo, di una dolorosa macerazione. «Prima di aderire al Fronte nazionale, sono andata a guardare altrove, volevo farmi le mie opinioni, e poi sono tornata all’ovile», racconta infatti Marion. E a chi l’accusa di avere avuto gioco facile, e di non essersi mai allontanata davvero dal cortile di casa, Marion assicura piccata che lei, olalà, ha perfino «degli amici comunisti».
Candidata in seconda posizione nella lista delle Yvelines, dipartimento dell’Ile-de-France, Marion è figlia di Yann Le Pen, figlia cadetta di Jean-Marie, e di Samuel Marechal, che per lungo tempo è stato uno dei dirigenti del partito prima del divorzio dalla moglie.
Marion, che in futuro vuole mantenere soltanto il celebre cognome materno, dice di sentirsi «molto vicina» a sua zia, Marine Le Pen, vicepresidente del Fronte nazionale e grande favorita per succedere al padre nel prossimo congresso del 2011.
Da parte sua, la capolista del Fronte Nazionale nell’Ile-de-France, Marie-Christine Arnautu, ha detto di aver «molto insistito» per reclutare la nipotina di Jean-Marie Le Pen nella corsa alle prossime elezioni regionali francesi, che si terranno a marzo in tutto il Paese. Manca, in tutto questo, un commento del vecchio Le Pen, probabilmente diviso tra orgoglio e imbarazzo. Ma che vi sia imbarazzo, nel suo animo, è una supposizione tutta nostra. Ha superato gli 80, Jean Marie Le Pen. Viene cioè da un’epoca in cui parole come imbarazzo, onore, serietà, responsabilità avevano un senso e un corso legale. Ma anche lui si è messo al passo coi tempi.

Sicché, guardando agli esempi e alle saghe di casa nostra, si potrà forse dire che il nepotismo è un disturbo del gusto -anzi, del buon gusto- che affligge solo chi non né è beneficato. Come dite? Resta una faccenda inelegante? Dite?

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