La certezza si chiama Gino e Michele, i comici che hanno sottoscritto un appello a votare Filippo Penati. Per il resto la corsa al ballottaggio del candidato Pd è più che mai a ostacoli. Dieci punti di abisso separano Penati da Guido Podestà, il candidato di Pdl e Lega che sarà sostenuto da una campagna di mobilitazione totale. L’attuale presidente della Provincia è alla ricerca di consensi ovunque, dall’estrema sinistra ai cattolici dell’Udc, quel 3 per cento che al primo turno ha scelto Enrico Marcora.
Ma la partita è ai limiti dell’impossibile per Penati, che è già rimasto vittima di veti incrociati. L’Udc non vuole Rifondazione comunista e la sinistra radicale, Rifondazione non vuole l’Udc e accusa Penati di guardare a destra. Come sintetizza il parlamentare Roberto Rao, vicino a Pier Ferdinando Casini: «A Milano siamo in pieno oceano. Una campagna elettorale fatta contro di noi non si può sanare in due giorni». E però è evidente che la sintonia naturale degli elettori dell’Udc è con Guido Podestà piuttosto che con Penati tornato prepotentemente alla ricerca dei voti di sinistra. Ieri sera Penati ha incontrato candidati e coordinatori di partito della coalizione nella sede della Cgil in corso di Porta Vittoria, simbolo delle lotte barricadere dei lavoratori.
L’ipotesi più probabile è che non si arrivi a nessun apparentamento, lasciando liberi gli elettori di decidere. Marcora è stato a Roma, dove ha raccolto le indicazioni del segretario. E i suoi spiegano che «Casini considera Milano come laboratorio nazionale della Costituente di centro». Ma lanciarsi in una sfida a Podestà che ha tutte le chance di essere fallimentare rischia di essere una scelta autolesionista, come è stato detto durante il vertice locale dell’Udc di ieri sera. A Milano l’Udc ha un assessore nella giunta comunale, Gianni Verga, e un altro nel governo regionale, Mario Scotti, e la richiesta di scegliere potrebbe causare ferite non rimarginabili.
Il voto cattolico di centro a Milano è legato a Comunione e liberazione e a Roberto Formigoni. Il presidente della Regione ha confermato proprio ieri a Silvio Berlusconi l’impegno dei suoi nel sostenere Podestà. Il ciellino Guido Della Frera sarà il coordinatore della campagna elettorale del candidato di Pdl e Lega. E una decisa vittoria di Podestà al ballottaggio potrebbe essere il tappeto rosso su cui il governatore prepara il suo quarto mandato al Pirellone. Le elezioni saranno il prossimo anno e la conferma di Formigoni è ritenuta un argine alle richieste della Lega. Così Guido Podestà non ha mostrato interesse per l’Udc. Anche perché la Lega è insorta al solo pensiero e le percentuali a due cifre del Carroccio sono certamente più allettanti di quelle centriste.
Penati al momento può contare solo su Gino, Michele e gli altri artisti che hanno firmato l’appello per lui. «Il 21 giugno andiamo a votare e votiamo Filippo Penati» scrivono anche Lionello Cerri, Lella Costa, Moni Ovadia, Ottavia Piccolo ed Eugenio Finardi. Ed ecco il loro pronunciamento: «Il vento di destra che ha colpito l’Europa e gran parte del Paese va fermato.
Penati fa cabaret e scrittura Gino e Michele. Ma i cattolici scappano
Corsa a ostacoli per il candidato pd, che cerca accordi con tutti: per ora arriva solo l’appello dei soliti comici di sinistra Rifondazione comunista spinge l’Udc verso Podestà. Formigoni intanto assicura al Pdl il voto dell’elettorato centrista. Il presidente si deve "accontentare": lo appoggiano Finardi, Costa, Gino e Michele
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