LA PENNA E LE URNE

Mario Vargas Llosa, oltre che scrittore è stato particolarmente attivo politicamente. Negli anni Cinquanta si dichiarava vicino a Fidel Castro, per poi però distanziarsene. Tale gesto gli causò forti attriti con Gabriel García Márquez, apertamente di sinistra. I due finirono per rompere i rapporti, una guerra tra geni mai sopita. Negli anni Ottanta la sua presa di posizione politica vicina alle idee neoliberiste suscitò non poche sorprese. Nel 1983 Vargas Llosa fu nominato dal presidente del Perù, Fernando Belaúnde Terry, presidente della Commissione di inchiesta sul caso Uchuraccay, per far luce sull’assassinio di otto giornalisti. Nel 1987, di fronte agli intenti del governo di Alan García di nazionalizzare la Banca Peruviana, Vargas Llosa si pose alla testa dei contrari. Iniziò così la sua attività politica vera e propria che culminò con la candidatura alla presidenza del Perù nel 1990.

Durante gran parte della campagna elettorale risultò favorito, tuttavia l’improvvisa crescita della popolarità dell’altro candidato, Alberto Fujimori, portò a un ballottaggio nel quale Vargas Llosa venne sconfitto. Dopo le elezioni si trasferì in Spagna, a Madrid.

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