Pensioni, il governo vuol chiudere l'accordo. Ma i sindacati frenano

Il governo è ancora spaccato sulla riforma previdenziale. Distante anche l'intesa con le parti sociali. Prodi frena sull'abolizione dello scalone: "L'accordo si decide alla fine". Proteste di Rifondazione. Letta: "Domani si chiude e giovedì approviamo il Dpef". Confindustria delusa dalla trattativa. La Cgil: la confusione sulle cifre mette a rischio la trattativa

Pensioni, il governo vuol chiudere 
l'accordo. Ma i sindacati frenano

Roma - Ultime battute per il negoziato sulle pensioni, che si avvia verso la sua fase conclusiva. Il Governo punta a raggiungere un accordo entro giovedì prossimo, quando è previsto il varo del Dpef. Ma nonostante l’ottimismo espresso stamani dal ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, la strada sembrerebbe farsi più ripida. Questo perché i sindacati chiedono una maggiore chiarezza su alcuni elementi, ad esempio su come verrà superato lo scalone: l’ammorbidimento del requisito dei 60 anni dal 2008 per la pensione verrà inserito in finanziaria (quindi in autunno) ma secondo i sindacati, andrebbe comunque «esplicitato» ora. Sia come sia, oggi proseguono gli incontri in vista della chiusura della trattativa. Stamani il sottosegretario alla Presidenza Enrico Letta ha fatto sapere che arriverà domani la "proposta conclusiva" del Governo mentre il Ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa si è detto fiducioso che, per arrivare ad un «accordo straordinario», "l’occasione non sarà perduta". A suo giudizio, "siamo vicinissimi" alla chiusura del negoziato.

Epifani: accordo sul filo di lana "Troppo ottimismo", sentenzia il segretario della Cgil Guglielmo Epifani che ha raffreddato gli entusiasmi. L’accordo, ha detto, "è sul filo di lana". Sulla stessa lunghezza d’onda, il leader della Cisl Raffaele Bonanni: "Si sta facendo un’inutile corsa dei muli" sullo scalone e le pensioni basse. E il segretario della Uil Luigi Angeletti dà un altro colpo di freno: "Le probabilità di giungere ad un accordo si stanno riducendo".

Pensioni minime Sulle pensioni basse, arriva comunque un’altra novità positiva: avranno l’indicizzazione totale dell’inflazione. Vale a dire, i loro redditi non perderanno potere d’acquisto a causa del carovita. Confermati l’una tantum e gli aumenti dal 2008 ma le cifre che sono circolate finora (250 euro il bonus ad ottobre, e 40 euro al mese a partire da gennaio) non sono al momento definite. Damiano ha fatto sapere che sono ancora in corso elaborazioni tecniche. L’indicizzazione totale dell’inflazione varrà per tutte le pensioni che vanno tra i 1.308 euro e i 2.180 euro. È quanto prevede la proposta del governo sulla rivalutazione delle pensioni basse secondo la quale il recupero dell’inflazione sarà totale per tutte le pensino fino a cinque volte il minimo (nel 2007 il livello minimo è a 436,14 euro).

Capezzone: governo ostaggio dei comunisti "Sulle pensioni, siamo dinanzi all’ennesimo umiliante cedimento del governo alla sinistra comunista e massimalista, oltre che ai veti del sindacato. Ma quel che è più grave è che le decisioni prese sono contro le nuove generazioni, ancora una volta sacrificate sull’altare della conservazione dell’esistente" dice il presidente della commissione Attività produttive della Camera, Daniele Capezzone. "L’unico modo per fare welfare e, insieme, per garantire un futuro previdenziale ai più giovani - conclude Capezzone - sarebbe ripartire dalla proposta di legge firmata da me con Tabacci, Della Vedova e Urso".

Rifondazione: abbattere lo scalone "Sull’abolizione dello scalone alle parole devono seguire i fatti". Insiste il segretario del Prc, Franco Giordano, che aggiunge: "Siccome abbiamo rischiato di avere tante vittorie sulle parole e poi una politica economica che ha puntato sul risanamento adesso vogliamo aspettare i fatti". Per Giordano "su un tema come quello dell’abbattimento dello scalone non è Rifondazione che rompe, sono gli altri che decidono di rompere un programma condiviso, per questo o ci sarà un accordo condiviso e una relazione intensa condivisa anche dalle organizzazioni sindacali oppure sarà difficile, per noi impossibile determinare un consenso. Noi pensiamo che lo scalone vada abolito, se si vuole aumentare l’età pensionabile lo si faccia in maniera del tutto facoltativa con degli incentivi . Nulla osta a un meccanismo consensuale, ma no ai disincentivi. Coloro che hanno già 40 anni di contributi devono poter andare subito in pensione senza aspettare finestre, finestrelle o altre modalità di blocco della loro uscita dal lavoro. Senza un accordo con noi e le organizzazioni sindacali è per noi impossibile reggere un provvedimento di questa natura".

Domani ultimo tavolo Si svolgerà domani mattina un nuovo incontro delle parti sociali al tavolo di trattativa a palazzo Chigi su welfare e previdenza. È quanto avrebbe annunciato all’incontro il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta, precisando che oggi il ministro del Lavoro leggerà alle parti la sua relazione e che poi seguirà un giro di tavolo per i commenti delle parti e che l’incontro verrà poi aggiornato a domani. "Domani ci sarà l’incontro conclusivo con la proposta definitiva sui vari temi oggetto del confronto", ha detto Letta alla riunione. Aprendo i lavori il sottosegretario ha confermato l’intenzione del governo di approvare il Dpef al consiglio dei ministri di giovedì.

Confindustria delusa dalla trattativa La Confindustria è delusa dall’andamento della trattativa su pensioni e mercato del lavoro. Lo ha detto il vicepresidente Alberto Bombassei, aggiungendo che la sensazione è quella che "l’elefante stia per partorire un topolino". "La Confindustria - ha spiegato - è preoccupata per l’assenza di una indicazione esplicita di spesa sul mercato del lavoro e la competitività, così come accaduto per le pensioni basse e la tutela dei giovani".

Cgil: le indiscrezioni mettono a rischio l'accordo Le indiscrezioni di stampa in merito a cifre e ipotesi di accordo sulle pensioni "mettono a rischio" la trattativa con il Governo. L’allarme viene lanciato dalla segreteria nazionale della Cgil, in una nota.

Nel dettaglio, il sindacato di Corso Italia "esprime disappunto per il rincorrersi di cifre, ipotesi, proposte, soluzioni, spesso fra esse contraddittorie, che rappresentano, nella grande maggioranza dei casi, esercizi di pura fantasia e sottolinea il rischio che la confusione prodotta da questa disinformazione metta seriamente a rischio una trattativa già di per sè molto delicata e complessa".  

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