Perde al lotto, pensionata si specializza in rapine

Una signora di 56 anni, madre di tre figli e ossessionata dai debiti, indagata per aver eseguito sei colpi in un anno

Alessandra Vaccari

da Verona

Per alcuni era diventata una sorta di mito. D’altra parte la cronaca parla sempre di rapinatori maschi, ma di signore che tirano fuori una pistola e si fanno consegnare soldi senza spargimento di sangue abbiamo sentito parlare soltanto nei film. Se poi la signora in questione riesce a farsi consegnare migliaia di euro senza colpo ferire, andando direttamente a prenderseli in banca, difficile mascherare una sorta di tifo per lei.
«Lady rapina», così era stata soprannominata è Maria Segala, 56 anni, pensionata, madre di tre figli, di cui due ancora a carico e sposata con un uomo che non ha mai intuito niente di quello che stava commettendo sua moglie. La famiglia della donna abita a Cavalo di Fumane, una frazioncina in zona collinare dove tutti si conoscono e dove tutti sanno tutto, o quasi, di tutti.
Nell’arco di poco meno di un anno, «Lady rapina» potrebbe aver messo a segno circa sei colpi nel Veronese, ma potrebbe aver agito anche nel Trentino. A tradirla è stata l’ultima rapina, quella commessa un paio di pomeriggi fa in un banca di Parona, frazione del capoluogo scaligero. La donna entra in filiale, tira fuori una pistola che la bussola dell’istituto di credito non aveva rilevato perché giocattolo e si fa consegnare oltre quattromila euro. Poi esce dall’istituto e si dirige verso la sua auto parcheggiata. È lì che incontra i carabinieri che nel frattempo erano stati allertati dai bancari. La caserma della stazione è a pochi metri. La donna viene notata anche se ha un incedere tranquillo. In mano ha una sorta di sacchetto da cui spuntano delle banconote. Per lei è la fine. Viene fermata, riconosciuta dai bancari. E portata in carcere. Per ora deve rispondere di quest’ultimo colpo, finito male. Ma nel giro di poche ore il suo capo di imputazione aumenterà come il debito che lei era riuscita a fare.
«Lady rapina» non ha niente a che vedere con le malvage del cinema. Lei ai carabinieri che le chiedevano conto di quello che aveva fatto ha detto la verità più banale del mondo: da pagare c’era il mutuo, lei s’era indebitata perché ama giocare al lotto, i soldi della pensione e del marito non bastavano. Così ha comperato una parrucca, un paio di occhiali da sole, la pistola giocattolo.
E ha iniziato a colpire, rendendosi conto che forse era molto più facile di quanto non avesse immaginato. E ha continuato, ogni volta che il portafogli era vuoto. Di solito preferiva il venerdì e questo particolare era già stato notato. Anche l’ultima volta aveva scelto il venerdì. Se non ci fossero stati i carabinieri di Parona, anche questa volta l’avrebbe fatta franca.

I suoi compaesani, i familiari, riconoscono che era una donna sola, forse anche un po’ depressa dopo la morte della madre. Anzichè chiedere aiuto, ha preferito andare a far rapine, mettendo insieme circa trentamila euro.

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