Roma

Pericoloso latitante travestito da «pellegrino»

Pericoloso latitante travestito da «pellegrino»

Ufficialmente uno spagnolo in pellegrinaggio, assieme alla fidanzata, nella capitale. In realtà un pericoloso latitante cileno, ricercato dalle polizie di tutta Europa. Da giorni Luis Lorenzo Munoz Espinoza, 36 anni e con un lungo curriculum criminale, era in un albergo sul lungomare di Ostia. Di giorno un turista insospettabile, signora al seguito, devoto alla Madonna del Divino Amore. Di notte un ricercato sempre vigile. Da settimane, però, al XIII commissariato erano arrivate le segnalazioni delle Procure di Monza e Parma con le ordinanze di cattura. I reati? Dalla truffa alla rapina, armi, contraffazione di documenti, ricettazione.
«Le tracce di Espinoza portavano dritte al Lido di Roma - spiega Rosario Vitarelli, dirigente del XIII commissariato -, dunque abbiamo setacciato tutte le strutture ricettive fino ad arrivare a lui». Al controllo dei documenti, però, l’uomo non si scompone. Passaporto e patente di guida spagnoli sono intestati a un certo José Esteban Palma Gonzales. Gli agenti di polizia ci mettono poco per scoprire che solo la foto è autentica. Di fronte all’evidenza al sudamericano non resta che confessare. Insomma, il litorale romano si conferma territorio preferito da balordi e fuggiaschi d’ogni genere. A cominciare da Francesco Alampi, 50 anni della provincia di Reggio Calabria, appartenente alla cosca degli Iatrinoli, arrestato mentre si trova in una pescheria in via degli Aldobrandini, nel pieno centro di Ostia, assieme alla convivente. Nonostante si aggirasse come se niente fosse tra la gente, Alampi era ricercato per associazione a delinquere di stampo mafioso e omicidio nell’ambito della maxioperazione Taurus della Dda di Reggio. I poliziotti accertano che l’uomo si era rifugiato sul litorale prima ancora che venissero emessi gli ordini di custodia cautelare. In cima alla lista dei latitanti eccellenti Vito Paolo Troisi, 36 anni di Racale, Lecce, figura emergente della Sacra corona unita e, soprattutto, mandante dell’omicidio del boss Luciano Stefanelli, 37 anni, compiuto a Taviano. Troisi viene arrestato dai carabinieri del Ros in un appartamento di Ostia. Secondo gli inquirenti l’uccisione di Stefanelli è il chiaro segnale di un riassetto nell’ambito dei gruppi malavitosi nel Salento del sud. Stefanelli era «legato» al clan Padovano cui si contrapponevano fuoriusciti alleati con Troisi.
Latitante da quasi un decennio, anche Luigi Maesano, 41 anni, capocosca di Isola Capo Rizzuto, sulla costa ionica, viene scovato a Ostia. Maesano, con moglie e figli al seguito, stava facendo la spesa in un mercato rionale della cittadina balneare, noncurante di un ordine di cattura emesso per traffico internazionale di stupefacenti e omicidio. Il boss della ’ndrangheta era latitante dal 1992. La soffiata che lo indica a Ostia parte da Bologna, dove si perdono le sue tracce. Ancora. Carmelo Trichilo, 67 anni, viene preso ad Ardea.
«Il marsigliese», detto anche «il professore», condannato a 17 anni di carcere per associazione a delinquere e traffico di armi, usciva come se nulla fosse da un ristorante. Sul lungomare di Tor San Lorenzo viene arrestato Giovanni Musone, 39 anni.

«Il macellaio di Marcianise», esponente di spicco del clan Belforte alla testa del commando che uccide a colpi di kalashnikov tre operai di Pomigliano d’Arco scambiati per camorristi rivali, deve scontare tre ergastoli.

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