Cronache

Pericu pronto a dimettersi per Piano

Roberta Bottino

Pericu pronto a dimettersi per Piano

Il Sindaco difende a spada tratta l'affresco dell'architetto Renzo Piano, a tal punto da affermare in sede di consiglio comunale che sarebbe disposto a rimettere il suo mandato su questo tema. Queste le conseguenze e le polemiche scaturite dopo la dura bocciatura del progetto del nuovo Waterfront di Renzo Piano da parte del presidente di Assindustria Marco Bisagno. Dalle dichiarazioni rilasciate al «Giornale», la condanna di Bisagno era legata soprattutto alla finalità estetica dell'affresco dell'architetto genovese. Il Sindaco in sede consigliare invece, prende una posizione decisa contro tutto e tutti, anche contro i compagni di maggioranza che nella sala rossa lo hanno attaccato. «Non ho mai apprezzato il progetto di Piano e dal momento che non sono d'accordo con l'architetto genovese, non sono d'accordo neppure con lei Sindaco», queste le parole pronunciate dal consigliere Tirreno Bianchi dei comunisti italiani. Sulla stessa onda polemica anche la consigliera Patrizia Poselli di Rifondazione comunista. Crepe profonde che si sono in pochi minuti formate sul muro della maggioranza in Comune e frecciate forti e decise contro il primo cittadino.
«Non sono disponibile a ripercorrere scelte che sacrifichino la città al porto», ha detto Giuseppe Pericu. «Mi meraviglio di certi interventi che ho sentito - continua -. L'affresco di Piano è stato esaminato dal comitato portuale che ha detto che su quella base potevano svolgersi gli approfondimenti tecnici, economici, urbanistici per vedere se in realtà era trasformabile in un documento urbanistico effettivo». Il Sindaco ricorda che si è costituito a tal proposito un gruppo di lavoro presieduto dall'ingegner Carlo Vinelli proprio per approfondire una serie di linee dell'affresco di Piano. Pericu attacca Tirreno Bianchi dicendo che «non è sufficiente essere stati presenti in una qualche banchina per poter discutere del porto», dopodiché cita il proverbio che dice che non è necessario essere delle galline per sapere se le uova sono fresche. Sulla base degli approfondimenti che farà l'autorità portuale, Pericu ribadisce che si potrà sapere se si è di fronte a una proposta che vale la pena essere trasformata in una variante integrativa del piano regolatore portuale oppure no. «Mi sembra che tanti dubbi e tante perplessità siano davvero incongrui - continua il Sindaco -. E vedervi già sicuri che il progetto non funzionerà mi pare estremamente presuntuoso da parte vostra. Qui in consiglio comunale non siamo un popolo di ingegneri marittimi o di urbanisti».
Pericu si trova dunque schierato dalla parte dell'ex presidente della Regione Liguria Sandro Biasotti e addirittura tra tutti gli interventi fatti nella sala rossa in sede di consiglio comunale si trova d'accordo con quello esposto dal consigliere di Forza Italia Rinaldo Magnani. «Mi imbarazzo a rispondere su tale argomento - dice Pericu -, perché ne ho sentite davvero di tutti i colori. Si è parlato di temi che tra di loro non hanno connessione. Soltanto le sagge parole del consigliere Magnani mi hanno fatto sentire più a mio agio». Il consigliere azzurro in sostanza ha detto che sarebbe opportuno che i problemi del porto di Genova venissero risolti all'interno dell'autorità portuale e che la situazione delicata del porto cittadino non è così critica.
«Non c'è nessuna connessione sull'attuazione del piano regolatore vigente e sulla elaborazione di una variante integrativa di tale piano secondo il disegno dell'architetto - ribadisce il Sindaco -. Io penso che una città e un Porto siano in grado di pensare e di fare due cose insieme. Temo che a volte di fronte a certe pretestuosità si nasconda il desiderio di mantenere integro un assetto che in qualche modo riesce allo Stato sufficientemente comodo. Ma credo che non sia questa la posizione che deve avere un consiglio comunale e non è la posizione che io come Sindaco intendo mantenere.

Per cui il mio mandato su questi temi e su queste posizioni è a vostra disposizione immediatamente».

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