Eppure, unaltra sinistra è possibile. Eppure, non è obbligatorio fare finta che i no global non abbiano spento, per la prima volta al mondo, la fiamma olimpica a Genova. Eppure, non è indispensabile far finta che Fabrizio Quattrocchi non fosse genovese. Eppure, non è inevitabile scappare, sia pure dialetticamente o fra le pieghe dei regolamenti, ogni volta che cè una questione spinosa. Eppure, non è unimpresa improba o eroica essere riformisti.
Certo, guardando quello che succede a Genova - nel silenzio di gran parte dellopposizione - sembrerebbe impossibile. E invece basta guardarsi in giro, senza andare nemmeno lontano. Basta guardarsi in giro per trovare dei diessini che non hanno abidicato al vizio della ragione. Basta guardare bene sotto la Quercia per trovare dei galantuomini in mezzo alle ghiande.
Basta guardare a Walter Veltroni, sindaco diessino di Roma, che in pochi minuti ha deciso che Quattrocchi era un Italiano che meritava una strada. Mentre a Genova non hanno ancora trovato il tempo di iscrivere il tema allordine del giorno di un consiglio comunale.
Basta guardare a Sergio Chiamparino, sindaco diessino di Torino che - mentre a Genova derubricavano il blocco della Fiaccola a una questione viabilistica - spiegava: «Bloccare la Fiamma, proprio no.
Ecco, parole come queste ci sarebbe piaciuto sentirle da Pericu. Ci sarebbe piaciuto, appunto.