Perini vince la partita della Fiera di Milano: sarà ancora presidente Dopo la rinuncia di Roth, il numero uno uscente ha incassato nel week end l’ok di Formigoni

Forse la svolta, come sussurrano gli amici, è venuta da una mossa giocata a sorpresa il 19 marzo, mentre la battaglia per la presidenza della Fiera stava per assumere i toni più espliciti. Da un lato c’era Michele Perini, presidente uscente della spa quotata in Borsa, che dal 2003 è alla guida di un delicato strumento di lavoro per il sistema delle imprese italiane. Dall’altro c’era Luigi Roth, presidente della Fondazione Fiera Milano, ovvero dell’organismo di matrice pubblica che controlla la società operativa. La Fondazione ha avuto un ruolo molto importante, in questi anni, nella realizzazione e nel lancio del nuovo polo fieristico di Rho.
Da una parte l’industriale e la sua cultura laica; dall’altra il cattolico da decenni al vertice di società e gruppi d’impronta pubblica. Talmente diversi, i due, da determinare una convivenza non sempre facile: ma almeno la convivenza, negli anni, c’è stata. Poi la novità ha cominciato a circolare in maniera sempre più insistente: Roth vuol prendere il posto di Perini. Come mai? Semplice: dopo due mandati, il presidente della Fondazione non è rieleggibile, e lui ha cominciato a coltivare il desiderio di scendere a valle, alla testa della controllata. Perini invece, rieleggibile senza vincoli temporali, ha deciso di resistere imbracciando la bandiera dell’imprenditoria italiana. La battaglia si è fatta più sorda quando la Fondazione ha pensato di trasferire dei fondi alla spa; Perini, che per anni ha chiesto la riduzione degli affitti, l’ha presa male: una manovra di Roth per prepararsi il terreno, ha detto in una recente intervista al Giornale. Lo scontro si è irrigidito su posizioni molto nette. Pronto ad assecondare Roth - almeno in un primo tempo - il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, riferimento di quel mondo cattolico e ciellino di cui Roth è l’espressione e ultimo a decidere su Fondazione e Fiera; Perini, da parte sua, ha chiamato a raccolta l’esercito confindustriale, ottenendo l’impegno esplicito e incondizionato di vari esponenti, prima fra tutti la presidente Emma Marcegaglia. Ma che cos’è accaduto giovedì 19 marzo? È successo che Michele Perini, il laico presidente di Fiera Milano, ha invitato nei suoi saloni il cardinale francese Paul Puopard, uno dei nomi più illustri della cultura cattolica internazionale ed ex rettore dell’Università di Parigi, a presentare ai dipendenti della spa un film sulla vita di Giovanni Paolo II. Che cosa c’entra, al di là delle convinzioni personali di ciascuno, un video sul Papa con i dipendenti di Fiera Milano? All’apparenza, nulla. Ma è stata la mossa a sorpresa di Perini che, uomo di fiuto, ha trovato l’occasione per affiancare il mondo vaticano e farsene, per quanto possibile, un alleato.
La settimana scorsa l’esercito dell’impresa ha premuto. Il primo risultato è stato: Roth designato alla presidenza della Cittadella della salute, un organismo con un’importante mission immobiliare, per la quale gli sarà utile l’esperienza maturata alla Fondazione Fiera; ma, in parallelo, un passo indietro anche di Perini, da sostituire con un altro imprenditore da scegliere tra un ventaglietto di nomi.

Ieri l’epilogo. Perini resta al suo posto, rinnovato per tre anni (con la promozione del direttore generale Enrico Pezzali ad amministratore delegato). Una telefonata nel week end ha convinto definitivamente Formigoni...

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