Tutte le mattine Lilia prende la sua borsa, si siede su uno dei muretti della stazione Centrale e sta lì ad aspettare. Alina invece si mette dallaltra parte, alle spalle dellingresso principale, dietro un chiosco che dà sui giardinetti. E anche lei aspetta. Il loro destino se lo giocano in un pugno di ore e con il primo sconosciuto che si avvicina per chiedere se hanno bisogno di un lavoro e vogliono acquistare un permesso di soggiorno. A caro, carissimo prezzo.
Il viaggio nel mondo delle regolarizzazioni dei clandestini era cominciato con un aggancio procurato dallassociazione «Sos racket e usura». Lì avevamo scoperto che, in tempi di sanatoria, un immigrato era disposto a pagare quattromila euro in contanti pur di avere i documenti in regola. Siamo andati avanti per capire quanto fosse esteso il fenomeno, quanto un italiano può guadagnare sulla pelle degli irregolari e i «capi» stranieri su quella dei loro connazionali. E abbiamo incrociato un esercito di caporali, clandestini, venditori di teste e disperati che per quel pezzo di carta hanno messo sul banco anche seimila euro.
La mappa del racket inizia dalla stazione Centrale, un venerdì mattina.
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