(...) sarebbero state presentate laltra notte dopo la contestazione si risolve alle 12.59 di ieri quando il sito internet del Genoa pubblica un comunicato ufficiale della società in cui smentisce categoricamente la notizia.
Poco dopo è lo stesso direttore sportivo Angelo Fabiani a confermare la notizia in diretta tv su Primocanale. «Attilio Perotti non si è dimesso - ha dichiarato il dirigente rossoblù - Non è mai balenato nei pensieri di Perotti o in quelli della società di chiedere le dimissioni». Fabiani ha poi aggiunto: «Bisogna andare avanti purtroppo con la consapevolezza che il primo posto in classifica è compromesso; quando hai i cannoni puntati si fa dura mantenere i giusti equilibri, sopratutto in un momento di stress altissimo». Ma a Pegli tutto si svolge un'atmosfera surreale. Come annunciato i cancelli restano chiusi e si aprono sotto l'occhio attento di uno dei custodi Ugo Cairo. In mattinata arriva Perotti poi a rotazione Maselli. È lui il nuovo tecnico? Macché. Semmai è colui che ha chiesto all'attuale tecnico di restare. E Perotti è rimasto. Dalle 13.30 c'è l'arrivo alla spicciolata dei giocatori. L'ultimo è Lamacchi. Poi poco dopo le 15 l'ingresso in campo. Tutti attorno al mister per un breve consulto sull'allenamento. Non si vede Baldini, il capitano schiaffeggiato ieri dai contestatori, entra in campo poco dopo. Si fa la conta, sul prato del «Signorini» sembrano esserci tutti a parte Rivaldo che lascia la sede in macchina. Prove di formazione in vista dell'incontro con il Cittadella che sarà diretto da Zanzi di Lugo di Romagna. Chi passa dall'autostrada riesce a cogliere qualcosa. La squadra è quella che ha battuto il Monza e che poi è stata incredibilmente sconfitta a San Benedetto. A centrocampo al posto di Rivaldo c'è Coppola. Perotti ha la consueta pettorina bianca parla, dà indicazioni. La tempesta sembra passata. Sembra, anche se negli occhi di qualche giocatore restano quei momenti passati con i contestatori. Fuori dal cancello fino all'ultimo una dozzina di irriducibili, quelli contrari alla protesta dura. Restano lì e sperano di entrare. Qualcuno si spinge oltre: «In gradinata Nord dovremmo lasciare solo chi ha contestato ieri». Intanto da Firenze arriva l'ennesima doccia fredda sul caso San Benedetto.
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