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Fazio ospita Ghali e parte lo show buonista: "Stop alle guerre". "Stop ai respingimenti"

La parola "genocidio" scompare dall'intervista che il rapper ha rilasciato a Fazio in favore di un pià buonista e generico "stop a tutte le guerre"

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Dopo le polemiche per l'ospitata in Rai, Ghali ha accettato l'invito da Fabio Fazio. Com'era prevedibile, nello studio di Che tempo che fa è andato in onda lo show buonista del conduttore e del cantante, che rispetto a una settimana fa ha aggiustato il tiro. Quello che è stato "stop al genocidio" dal palco del festival di Sanremo si è improvvisamente trasformato in un generico messaggio per lo stop a tutte le guerre, un messaggio di pace. Fingendo di non capire che tutto il caos è nato dall'utilizzo della parola "genocidio", che infatti da Fazio è stata bypassata, Ghali ha fatto un generico discorso incentrato sulla pace, che "è quello che abbiamo imparato a scuola ed è strano ritrovarsi in un mondo così. Fa un pò strano. Ci hanno insegnato una cosa per tutta la vita ed ad un certo punto sentiamo che non si può".

Certo, da Fazio non ci si aspettava sicuramente un'intervista graffiante al cantante, che è stato incensato ed elogiato quasi come se fosse un nuovo "santo" in vita. E nemmeno ci si aspettavano riferimenti polemici o attacchi alla Rai, come forse molti si aspettavano, restando delusi. Fazio, infatti, mai avrebbe affrontato di petto la questione che, infatti, è stata aggirata con estrema diplomazia sia dal conduttore che dal cantante. Alla fine, quella che è emersa, è la solita agiografia telefonata in cui chiunque che passa da quelle parti deve diventare bravo e bello agli occhi del pubblico a casa. Non sono ammesse eccezioni: ed è così che si è passati dai complimenti per l'eleganza di Ghali a quelli per l'affetto per sua madre. Non è mancato nemmeno un riferimento di Fazio a "Bayna", la lancia di salvataggio che Ghali ha acquistato e donato alla Ong Mediterranea, di Luca Casarini, da utilizzare per la nave Mare Jonio.

Fazio, nel corso dell'intervista, ha insistito molto sul fatto che, dopo Sanremo, Ghali è diventato una voce autorevole sui temi sociali dell'immigrazione e della pace, a suo dire perché dal palco del teatro Ariston il cantante ha mostrato di essere "sincero". Fazio sicuramente crede in quel che ha detto e c'è sicuramente una parte di pubblico che la pensa come lui ma si tratta per lo più di giovani e giovanissimi in cerca di un modello che rispecchi i loro ideali. Ghali li ha saputi intercettare con maestria, soprattutto nel momento in cui, agli occhi di un certo tipo di pubblico, è andato a "casa del nemico", che è la Rai durante un governo di centrodestra, schierandosi per la Palestina.

Il palco del festival di Sanremo non ha censurato il cantante, come ha gridato qualcuno. Anzi, durante tutte le serate in cui è stato sul palco, il cantante è stato libero di esprimere la sua parola che, però, non ha mai avuto un contraddittorio. E nel momento in cui c'è stato si è gridato alla censura. E il fatto che da Fazio la parola "genocidio" non sia mai stata pronunciata e che il conduttore abbia chiaramente parlato dei fatti del 7 ottobre come qualcosa di riprovevole, dedicando appena un passaggio esplicito alla questione palestinese, dovrebbe far riflettere. Così come l'esordio dell'intervista, quando lo stesso alieno che ha "suggerito" lo "stop al genocidio" di Sanremo all'orecchio di Ghali, all'orecchio di Fazio ha, invece, detto: "Stop a tutte le guerre. Stop ai respingimenti. Stop alle ingiustizie. Stop a quelli che dicono “'aiutiamoli a casa loro'".

Un buonismo peloso, certo, ma sicuramente rimodulato nei toni. Perché in Rai si è cercata la provocazione?

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