"Finisce lo stupore, resta l'amore". Il matrimonio di Sgarbi sarà a Venezia

Il critico ha confermato le nozze con Sabrina Colle nella chiesa di Santa Maria dell'Orto: "Volontà di testimoniare la mia convinzione e la mia riconoscenza"

"Finisce lo stupore, resta l'amore". Il matrimonio di Sgarbi sarà a Venezia
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Vittorio Sgarbi in queste settimane si vede spesso in tv per parlare del suo nuovo libro, "Il cielo più vicino", e questa domenica è stato tra gli ospiti di Domenica In per una toccante intervista con Mara Venier e Tommaso Cerno, ai quali ha confermato il proprio matrimonio con Sabrina Colle. "Perché mi sposo? Per dare, come è giusto, una parte della mia sensibilità e della mia esistenza a chi mi è stata vicino e a chi mi ha dato forza nella difficoltà della vita quotidiana", ha dichiarato il critico d'arte, che finora è stato sempre restio a compiere que passo. "La mia scelta è una forma di volontà di testimoniare la mia convinzione e la mia riconoscenza a Sabrina", ha aggiunto, sottolineando che le nozze si terranno a Venezia, nella chiesa di chiesa di Santa Maria dell'Orto.

"A Venezia ho vissuto una parte importante della mia vita, è un ritorno in un luogo della memoria e dell'esistenza felice. Perché il matrimonio? Per dare, come è giusto, una parte della mia sensibilità e della mia esistenza a chi mi è stata vicino e a chi mi ha dato forza nella difficoltà della vita quotidiana", ha proseguito ancora Sgarbi, aggiungendo che "il tempo non cambia e non muta lo spirito delle persone, le rende più vicine e più legate affettivamente al di là delle dichiarazioni e del comportamento tenuto nella vita. Esiste la convinzione che alcuni valori siano comuni e vadano condivisi fino in fondo. La sua ironia e il suo divertimento rispetto alle mie battute sono una forma di intelligenza che oggi hanno trovato una consolazione e una rassicurazione rispetto alla provocazione. Finisce lo stupore, rimane l'amore, che è la cosa più importante".

Durante la chiacchierata, Sgarbi ha spiegato di aver deciso di realizzare un libro di storia dell'arte dedicato alla montagna perché è "un modo per approfondire i temi della storia dell’arte non dal punto di vista storico ma filosofico, per dare valore simbolico a quello che è il racconto della storia. La montagna ha un valore spirituale e filosofico: ecco il senso del libro. Andavo in montagna da ragazzo coi miei genitori e lì ho iniziato ad avere un rapporto con la montagna diverso".

La riflessione finale è colma dell'amore di Sgarbi per l'arte e delle difficoltà affrontate di recente: "Caravaggio e i futuristi, con i mostri che hanno accompagnato questo periodo, cercando e trovando opere sconosciute o poco viste, sono stati per me gli amici di sempre che hanno accompagnato le giornate anche più concentrate nella riflessione rispetto al destino della vita e alle cose da fare".

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