Misteri Reali

Avvelenamenti, intrighi, lotte di potere: quelle misteriose morti alla corte zulu

La scomparsa “inaspettata” della Regina degli zulu, la strana malattia del nuovo Re, le morte sospetta di un collaboratore sono gli elementi centrali di un presunto complotto per destabilizzare il piccolo regno sudafricano

Incoronazione di Misuzulu kaZwelithini
Incoronazione di Misuzulu kaZwelithini
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Presunte morti per avvelenamento, intrighi famigliari, lotte di potere. Non sono gli ingredienti di un thriller, ma il possibile scenario che avrebbe sconvolto l’equilibrio politico del più numeroso gruppo etnico in Sudafrica, gli Zulu, composto da 11 milioni di persone. Tra il 2021 e il 2023, dopo la morte del Re Goodwill Zwelithini, la famiglia reale è stata scossa da una serie di decessi apparentemente slegati tra loro, ma piuttosto ambigui sia per quel che concerne la dinamica, sia per quanto riguarda il tempismo. Per alcuni si tratterebbe di coincidenze, di morti avvenute per cause naturali, ma altri ritengono che la normalità sarebbe solo apparente, abilmente usata per nascondere dei presunti giochi di potere mortali.

Il Re è morto

Il 12 marzo 2021 le agenzie stampa di tutto il mondo hanno riportato la notizia della scomparsa del Re degli Zulu, il 72enne Goodwill Zwelithini. Il sovrano, come spiegato da fonti ufficiali, era morto in ospedale per complicazioni dovute al Covid e al diabete, malattia di cui soffriva da tempo. Zwelithini, salito al trono nel 1971, in piena apartheid, fu un personaggio molto controverso, amato e odiato allo stesso tempo. Pur non avendo poteri effettivi sulla piccola provincia sudafricana di KwaZulu-Natal, patria degli Zulu, il Re divenne una vera e propria guida spirituale per il suo popolo. Il suo ascendente sui sudditi lo rendeva un uomo temibile, perfino pericoloso per certi versi.

Zwelithini, infatti, non fece mai mistero delle sue opinioni xenofobe e omofobe. Nel 2012 definì “inaccettabile” l’omosessualità e in diverse occasioni chiamò gli immigrati “pulci” e “formiche”, sostenendo che fossero la causa “dell’aumento dell’anarchia nel Paese”, come ricorda La Repubblica. Dopo la sua morte le diverse fazioni della famiglia reale iniziarono a contendersi il trono a colpi di accuse e cause in tribunale. Una battaglia facilitata dall’assenza di documenti scritti che regolino la successione nel regno, basata esclusivamente su tradizioni e norme tramandate oralmente.

Nel suo testamento, però, Zwelithini aveva nominato come reggente Shiyiwe Mantfombi Dlamini, sua terza consorte (ne aveva sei in tutto), già riconosciuta come “Grande Moglie”, titolo che le dava il diritto di precedenza sulle altre spose. Tutti pensarono che la decisione fosse stata studiata per consentire un periodo di transizione in vista della futura ascesa al trono di Misuzulu, figlio di Zwelithini e di Shiyiwe, giudicato non ancora pronto a regnare. Un modo per dare tempo al principe di prepararsi.

Naturalmente le disposizioni del defunto sovrano vennero contestate dai parenti, i quali sostennero addirittura che la firma del Re sul documento fosse falsa. La famiglia si spaccò in due: i sostenitori della reggente sottolineavano il fatto che Shiyiwe Mantfombi Dlamini avesse una sorta di credibilità politica che le altre spose non avevano, in quanto figlia dell’ex Re dell’eSwatini (Swaziland fino al 2018) Sobhuza II e sorella dell’attuale sovrano Mswati III.

Altri, invece, erano convinti che il legittimo successore al trono fosse Simakade kaZwelithini, primogenito di Goodwill Zwelithini. Simakade, però, non è figlio di una delle mogli del sovrano defunto, ma è nato fuori dal matrimonio, circostanza a cui si aggrapparono i suoi detrattori per delegittimarne il diritto di successione. In questa contesa è evidente il divario tra il diritto consuetudinario e la legge statale sudafricana.

L’elemento economico, poi, avrebbe giocato un ruolo fondamentale nelle rivalità familiari: il re Zulu amministra 2,8 milioni di ettari di terre e può contare su un appannaggio di 3,8 milioni di euro versati ogni anno dal governo sudafricano. Ad avere la meglio fu la 68enne Shiyiwe Mantfombi Dlamini. La sua vittoria, però, durò poche settimane. La nuova Regina morì in circostanze misteriose il 29 aprile 2021. Poche ore dopo l'annuncio sui giornali spuntò un’ipotesi agghiacciante: avvelenamento.

"Tossine" nel fegato

La reggente Shiyiwe Mantfombi Dlamini sarebbe stata ricoverata il 27 aprile 2021 al Netcare Milpark Hospital di Johannesburg e morì due giorni dopo, alle 20:15 circa. La famiglia preferì non rendere note le cause del decesso, spiegando solo che la sovrana soffriva da tempo di una non meglio precisata patologia al fegato. Le informazioni lacunose, come pure le parole del principe Mangosuthu Buthelezi, che definì “inaspettato” il triste evento, alimentarono i sospetti su un presunto avvelenamento. Non solo: sembra che alcuni referti parlassero di “tossine” nel fegato, ma Agi.it sottolinea che si tratterebbe di una vecchia documentazione medica, non più valida al momento della morte della reggente.

Dalle ricostruzioni dei fatti presentate dei media sappiamo che nel periodo immediatamente precedente alla morte Shiyiwe Mantfombi Dlamini avrebbe superato il Covid-19 e poi sarebbe stata ricoverata in un ospedale di Durban per affrontare un’operazione programmata, sulle cui cause venne imposto il silenzio assoluto. A quanto pare, però, la reggente sarebbe stata già troppo debole per subire l’intervento. Così i medici ne avrebbero deciso il trasferimento all’ospedale di Johannesburg. Nel testamento la Regina avrebbe affidato il regno al figlio Misuzulu. Anche questa volta la famiglia si oppose alle ultime volontà della reggente, utilizzando la stessa motivazione già vista con Zwelithini: il testamento sarebbe stato falso.

Un'altra morte misteriosa

Il presunto avvelenamento della regina Shiyiwe Mantfombi Dlamini non è mai stato provato. Non ci sono abbastanza elementi per sostenere quest’ipotesi. Tuttavia le stranezze sono tante. Pare, infatti, che Re Zwelithini volesse nominare suo erede non Misuzulu, bensì il primogenito avuto dalla prima moglie, ovvero il principe Lethukuthula Zulu. Il cadavere di quest’ultimo, però, venne trovato in un complesso di Johannesburg nel 2020.

Il giovane sarebbe morto il 6 novembre di quell’anno per overdose di cocaina. La dinamica dei fatti, però, non è per nulla chiara. A Pretoria vennero arrestate cinque persone, quattro donne e un uomo, con l’accusa di omicidio. Nell’agosto 2023 la corte di Johannesburg dichiarò gli imputati non colpevoli. Il mistero sulla morte del principe rimane: c’è chi sostiene che qualcuno lo avrebbe ucciso per impedirgli di regnare dopo suo padre.

Un malore sospetto

Dopo circa un anno di litigi e accuse il 29 ottobre 2022 è stato nominato nuovo Re degli Zulu Misuzulu Sinqobile kaZwelithini, figlio della reggente Shiyiwe Mantfombi Dlamini e di Goodwill Zwelithini. La sua è stata la prima incoronazione da quando il Sudafrica è diventato una democrazia, nel 1994. Il presidente Cyril Ramaphosa ha riconosciuto formalmente il sovrano, gesto che ha messo a tacere i dissidi famigliari.

Il 3 luglio 2023, però, Misuzulu sarebbe stato ricoverato in ospedale per un malore, dopo la morte improvvisa e misteriosa di un suo collaboratore, Douglas Xaba. Per entrambi il sospetto è sempre lo stesso: avvelenamento. Il monarca sarebbe stato visitato in eSwatini, altro fatto davvero bizzarro. In ogni caso il suo portavoce ha smentito le notizie sul presunto tentativo di assassinio, definendole “infondate”, sottolineando che Misuzulu “è in perfetta salute” e non sarebbe stato ricoverato in nessun ospedale.

Ancora una volta nessuno sa cosa sia realmente accaduto, se siamo di fronte a una banale coincidenza o a qualcosa di molto più oscuro e inquietante.

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