Pennac alla camera ardente di Benni: "Non potevo lasciare il mio amico da solo"

L'autore francese ha regalato ai familiari del letterato bolognese e ai tanti cittadini presenti un omaggio commosso e surreale, rievocando scherzi e invenzioni condivise

Lo scrittore francese Daniel Pennac
Lo scrittore francese Daniel Pennac
00:00 00:00

"Grazie a Stefano Benni avete avuto l'opportunità di conoscermi. É stato lui a introdurre i miei libri in Italia. Dopodiché siamo diventati amici per la pelle. Non potevo certo far andare via il mio amico da solo". Lo scrittore francese Daniel Pennac non ha nascosto l'emozione durante il suo discorso alla camera ardente all'Archiginnasio di Bologna. La giacca e la camicia blu notte facevano da contrasto al volto pallido e tirato. Il letterato ha misurato le parole per tutto il tempo e da grande affabulatore è riuscito a commuovere i presenti giunti per rendere omaggio al noto scrittore, umorista, giornalista, sceneggiatore, poeta e drammaturgo bolognese, deceduto dopo una lunga malattia.

Il ricordo di Fellini

"Quando morì Federico Fellini - ha continuato Pennac - Stefano mi disse che era morto perché non poteva più sognare. Ed era vero, era clinicamente vero. I farmaci che prendeva Fellini per la sua malattia gli avevano impedito di continuare a sognare. Per trent'anni aveva appuntato i suoi sogni in un diario. Disegnava e dipingeva. E di colpo non ha più potuto sognare. A Stefano è successa la stessa cosa, ma con la risata. Di colpo la malattia gli ha tolto la capacità di ridere, quella risata che per tutta la sua vita lui ci ha offerto".

Lo studio di psicanalista per animali

Pennac ha regalato ai familiari di Benni e ai tanti cittadini presenti un omaggio poetico e surreale, nel suo stile narrativo. Ha rievocato scherzi e invenzioni condivise. "Il giorno in cui mi hai fatto ridere di più - ha detto - è stato quando mi hai detto che avresti aperto uno studio di psicanalista per curare gli insetti e gli animali: una formica individualista, un cane che non sopportava l'odore del padrone, un elefante complessato per la sua proboscide".

"Presto saremo lassù con te"

Poi l'immagine finale, sospesa tra arte e ironia. "Questa notte ho visto Stefano - ha rivelato serio - ha aperto il suo studio di psicanalista lassù. Il suo primo cliente è un angelo che soffre di vertigini. Domani riceverà Dio, che è depresso perché avrebbe voluto un giorno in più per completare la creazione e rendere l'uomo un pò meno stupido, meno aggressivo, più tranquillo". Pennac ha, infine, concluso con un saluto tenero: "Coraggio, caro Stefano, con Dio. E presto arriveremo tutti lì, insieme a te".

Il lungo corteo all'Archiginnasio

A portare l'ultimo omaggio a Benni, una lunga coda di persone che ha sfilato e continua a sfilare nel cortile dell'Archiginnasio per salutare per l'ultima volta l'artista, morto martedì scorso nella sua città all'età di 78 anni. Tanta commozione, abbracci e applausi hanno accompagnato l'arrivo del feretro nel cortile della storica biliblioteca sotto le logge del Pavaglione. A ricordarlo sono stati il figlio Niclas e alcuni degli amici più cari. Oltre allo scrittore Pennac, gli attori Alessandro Bergonzoni e David Riondino, l'editore Carlo Feltrinelli, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore e l'assessore regionale Isabella Conti.

Benni costruttore di comunità

"Era il 1980 quando Stefano Benni arrivò alla Feltrinelli a Milano, portato da Goffredo Fofi. Con lui abbiamo cominciato un sodalizio che è durato quasi mezzo secolo, un caso davvero unico". Carlo Feltrinelli ha ricordato il suo autore e amico, ripercorrendo il legame personale ed editoriale che li ha uniti."Con i suoi libri - ha sottolineato - Stefano ha avuto un ruolo decisivo nel posizionamento culturale e nell'identità della nostra casa editrice. È stato fondamentale per il rilancio in un momento di grande crisi". Feltrinelli ha evidenziato anche la capacità dello scrittore bolognese di costruire comunità.

"Stefano ha avuto grande merito di metterci in contatto con una comunità di artisti, di musicisti, di giocolieri, di gente di teatro, gente di letteratura - ha concluso - un mondo che è diventato anche parte della nostra vita, sia in termini editoriali sia in termini di relazioni personali. Il caso dell'amicizia con Daniel Pennac, che in buona misura dobbiamo a lui, è quello più esemplificativo e più noto".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica