"Mi gridavano putt... per farmi reagire": la confessione di Keira Knightley

In una recente intervista, Keira Knightley ha raccontato delle difficoltà che ha avuto al picco della fama a causa di alcuni giornalisti violenti

"Mi gridavano putt... per farmi reagire": la confessione di Keira Knightley
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Keira Knightley è l'attrice conosciuta soprattutto per aver interpretato il personaggio di Elizabeth Swan nella saga di Pirati dei Caraibi, dove ha recitato al fianco di Johnny Depp e Orlando Bloom. Classe 1985, l'attrice britannica - apparsa anche nella fortunatissima trasposizione di Orgoglio e Pregiudizio del 2005 - ha raggiunto la fama quando aveva appena diciotto anni. Nel corso degli anni successivi non ha mai fatto segreto di quanto quel successo immediato e internazionale l'abbia fatta sentire in qualche modo schiacciata, costretta ad essere una sorta di oggetto nelle mani di un pubblico che pensava di avere diritto di giudicarla e pontificare sulle sue decisioni. Per questo, poco alla volta, Keira Knightley ha assottigliato la sua agenda, decidendo di partecipare a pochi progetti alla volta che le permettessero di lavorare senza però avere costantemente i riflettori addosso. Attualmente l'attrice è al numero 1 dei film più visti su Netflix con La donna della cabina numero 10 e la promozione del lungometraggio l'ha portata a riflettere sui molti aspetti della fama che spesso sono ignoti a chi non li vive in prima persona.

Durante una recente intervista con il The London Times Keira Knightley si è soffermata soprattutto sul racconto di come i paparazzi la seguissero ovunque, dopo il successo di Pirati dei Caraibi e di come facessero di tutto per provocare una sua reazione o una reazione violenta di chi era con lei per ottenere buoni scatti e, in alcuni casi, procedere con una denuncia che avrebbe portato loro maggiori incassi. L'attrice ha infatti raccontato che i paparazzi "mi chiamavano puttana. A volte anche 'troia. Soprattutto se ero con qualcuno, che fosse il mio compagno, mio fratello o anche mio padre. Cercavano di provocare una reazione, provocando le persone a prenderli a pugni, così da poterli denunciare. E così sono cominciati anche gli incidenti: obbligavano le persone a uscire di strada, così da guadagnare ancora più soldi con gli scatti di un'attrice coinvolta in un incidente o qualcosa di questo tipo."

L'attrice ha continuato il suo racconto svelando quanto il rapporto coi paparazzi l'abbia influenzata, al punto da costringerla a indossare abiti dimessi e spesso sempre gli stessi per non attirare l'attenzione, per non avere neanche una scintilla di eccentricità che altri avrebbero potuto usare contro di lei. "Se mi seguivano, smettevo di camminare," ha continuato Keira Knightley. "Rimanevo letteralmente ferma e immobile. Un giorno sono rimasta così per cinque ore". In questo modo, Keira Knightley avrebbe annullato la minaccia, perché nessun paparazzo avrebbe potuto vendere l'immagine di un'attrice vestita sempre uguale che se ne sta immobile senza fare assolutamente niente, perché finiva col diventare qualcosa di noioso.

Si è trattato comunque di una limitazione alla sua libertà: libertà che l'attrice ha poi riscoperto quando, per un lungo periodo di tempo, si è allontanata del tutto dalla recitazione, girando l'Europa in completo anonimato, mantenendo il suo aspetto il più trasandato possibile e evitando di guardare le persone negli occhi.

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