Nuovo capitolo nel processo che vede Morgan, all’anagrafe Marco Castoldi, imputato per stalking e diffamazione aggravata nei confronti dell’ex fidanzata Angelica Schiatti. Durante l’udienza svoltasi oggi al Tribunale di Lecco, il cantautore ha risarcito la vittima con 100mila euro, cifra che la giudice Martina Baggio aveva indicato come soglia minima di congruità nel corso della precedente udienza.
La somma, versata da Morgan come risarcimento a titolo d’acconto, è stata accettata da Angelica Schiatti, assistita dall’avvocata Maria Nirta, ma senza rimettere la querela. Ciò significa che il procedimento penale proseguirà regolarmente. La prossima udienza è fissata per il 9 dicembre.
La decisione del giudice
Il processo ruota attorno all’applicabilità dell’articolo 162-ter del codice penale, che consente l’estinzione del reato qualora l’imputato risarcisca interamente il danno arrecato alla persona offesa. Tuttavia, nel caso dello stalking, la norma non prevede tale possibilità.
La giudice Baggio si è riservata di decidere proprio su questo punto, in merito alla legittimità costituzionale della norma nella parte in cui esclude l’estinzione del reato di stalking anche in presenza di un risarcimento considerato congruo.
Dall’offerta iniziale al nuovo accordo
Nelle precedenti udienze, Morgan aveva proposto un risarcimento di 15mila euro, cifra ritenuta “non congrua” dal Tribunale, viste la gravità delle accuse e “l’importante qualità del danno arrecato”, come si legge negli atti. Di fronte al nuovo importo di 100mila euro, il minimo stabilito dalla giudice, la parte civile ha accettato il pagamento, ma solo come acconto sulla maggiore somma di 150mila euro originariamente richiesta.
Le accuse contro Morgan
Secondo la ricostruzione dell’accusa, Marco Castoldi avrebbe messo in atto una serie di comportamenti persecutori e diffamatori nei confronti della ex compagna, cantante e musicista, in seguito alla fine della loro relazione. Le conversazioni e i messaggi oggetto d’indagine sono stati definiti dalla giudice come “contenuti allarmanti”, tali da incidere in modo significativo sulla serenità e sulla vita privata della vittima.
Un processo ancora aperto
Nonostante il pagamento della somma stabilita, Angelica Schiatti ha scelto di non chiudere il caso, ribadendo la propria volontà di ottenere giustizia anche in sede
penale. Il Tribunale di Lecco tornerà a riunirsi il 9 dicembre, quando potrebbe arrivare una decisione definitiva sulla questione di legittimità costituzionale e, di conseguenza, sull’eventuale prosecuzione del processo.