
Alessandro Sallusti, direttore de il Giornale, è uno degli ospiti della puntata di "Ciao Maschio" che andrà in onda questa sera, sabato 24 maggio, in seconda serata su Rai Uno. Nello studio di Nunzia De Girolamo il direttore ha ripercorso anche il suo passato, rivelando alcuni aneddoti riguardanti la scuola e gli anni del liceo. "Io non ho studiato, non sono stato ammesso alla maturità in anni in cui ammettevano chiunque con il famoso sei politico. Io non sono riuscito a prendere neanche il sei politico, peraltro in un istituto tecnico, quindi neanche al liceo classico", ha detto Sallusti nel dialogo con De Girolamo.
C'è un motivo a questo, infatti il direttore ha spiegato di averlo fatto "perché avevo in mente, già da bambino, di fare il giornalista. Per me fare il giornalista era fare l'inviato e girare il mondo, non avevo capito che bisognava poi anche scrivere e sapere". Una passione che arriva da lontano quella di Sallusti, che quando ha iniziato a fare il giornalista aveva "il vocabolario sotto la scrivania, c'era ancora la macchina da scrivere, perché quando si arrivava a scienza e coscienza non sapevo dove mettere la i". Inevitabilmente, i genitori non furono felici di sapere della bocciatura a scuola: "Reagirono malissimo, avevo un padre severissimo. Tra l'altro l'hanno presa alla sprovvista, non sapevano che io in realtà non andavo a scuola, ma invece andavo a fare il galoppino in queste prime radio private".
Alla fine colui che oggi dirige il Giornale ed è un apprezzato opinionista televisivo, è riuscito a raggiungere il suo obiettivo di diventare giornalista, non negando di essere stato aiutato in questo: "Trovo ci sia molta retorica sulle raccomandazioni, io sono stato raccomandato in tutti i passaggi professionali che ho fatto, nel senso che non è che tu ti svegli un mattino e ti assume il Corriere della Sera per caso". C'è sempre qualcuno, ha aggiunto, "mentre tu stai lavorando, in quel caso ero a Il Messaggero e c'erano dei colleghi che mi hanno conosciuto e mi hanno raccomandato, sono andati al direttore del Corriere della Sera e mi hanno segnalato come uno bravo".
Poi sappiamo, ha proseguito, "che siamo in Italia, per di più ci sono anche delle altre raccomandazioni, ma la raccomandazione è uno dei motori soprattutto dell'accesso al mondo del lavoro. Negli anni ‘60-70 c'erano i parroci che raccomandavano agli imprenditori del posto alcuni ragazzi".
Senza le ipocrisie che contraddistinguono tanti, Sallusti ha affermato con estrema sincerità che "a tanta gente devo dire grazie, perché mi ha raccomandato, quindi ha innescato la raccomandazione e io a mia volta ho fatto lo stesso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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